Chiareggio: nuova centrale, il fronte del no chiede un’assemblea pubblica

Chiesa in Valmalenco

«Un’assemblea pubblica a breve, magari nel cuore di agosto, a Chiareggio, quando residenti e turisti potranno ascoltare, domandare, capire e magari condividere anche le criticità dell’impianto di cui si tratta, affrontandole con lucidità e senza doverle semplicemente subire». Il tema è quello della realizzazione di una centralina sulle acque del lago Pirola, situato a 2000 metri di quota nella valle di Chiareggio, e a chiedere chiarimenti in pubblico al Comune di Chiesa sono Michele Comi, alpinista e guida alpina malenca, e Alfredo Lenatti, di Chiesa e con casa a Chiareggio, che hanno acceso un faro sulla realizzazione di questo nuovo impianto di derivazione delle acque in quota.

Nel dettaglio, non si tratterebbe di derivare nuove acque, ma di utilizzare quelle già derivate dal lago Pirola da Enel Green Power realizzando una condotta forzata del diametro di 40 centimetri «che verrà completamente interrata e la superficie di scavo ripristinata - precisano dall’amministrazione comunale -. Un impianto che funzionerà solo per due mesi l’anno in concomitanza con lo storico e fisiologico svuotamento del lago Pirola da parte di Enel». Si parla di un impianto della portata media di 52 litri al secondo, per un salto di 656 metri e dalla potenza nominale media di 334 kilowatt.

Le spiegazioni di Renata Petrella, sindaco di Chiesa, però, che ha assicurato essere ridotto al minimo l’impatto ambientale ed essere anche residuo il potere di intervento o di veto del Comune «in quanto le autorizzazioni competono ad enti superiori e si tratta di una trattativa fra privati», non sono bastate a Comi e Lenatti ai quali l’intervento del Comune non è piaciuto né nel merito né nel metodo. «Ringraziamo il sindaco per la sua vivace risposta alla nostra lettera aperta - dicono -. Con essa ha avuto il merito di togliere dalla polvere un’oscura delibera comunale e portare alla luce del sole, dove tutto va discusso, specie in democrazia, un progetto che, a nostro avviso, è tutt’altro che marginale o indolore. Se ne parla, comunque, e questo è già un passo avanti».

Nel merito, Comi e Lenatti avanzano forti dubbi sulla «presunta invisibilità dell’impianto - dicono - perché è bene ricordare che anche un impianto “invisibile” richiede cantieri, trasporti, piste, mezzi e movimentazioni che modificano un’area delicatissima dal punto di vista ecologico e paesaggistico. La condotta sarà anche interrata , ma il cantiere che la scava lascia il segno. Inoltre l’area rientra nella rete di protezione ambientale Sic/Zps “Disgrazia-Sissone” il che richiederebbe una valutazione ben più stringente. L’esclusione della procedure di Via (Valutazione di impatto ambientale) è a nostro avviso discutibile e merita di essere riesaminata. E riguardo all’impatto dei lavori il sindaco cita solo macchinari di piccole dimensioni (ragno) dimenticando però i mezzi gommati e cingolati nella parte bassa, l’uso di elicotteri, un blondin (teleferica) e numerosi camion dal parcheggio alla centrale. Insomma, un impatto minimo o nullo che lascia perplessi».

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