De Paoli, nuovo comandante. «Segnalare sempre gli episodi»

Carabinieri L’ufficiale è il responsabile del reparto operativo. «Confido nella collaborazione dei cittadini. Prima impressione positiva»

É giunto a Sondrio il 6 settembre e dopo un breve periodo di affiancamento al suo predecessore, il colonnello Rocco Taurasi, ha preso ufficialmente servizio a partire da lunedì come comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Sondrio e, quindi, primo collaboratore del comandante provinciale tenente colonnello Marco Piras.

Il riferimento è al tenente colonnello Roberto De Paoli, 54 anni, di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, sposato, un figlio, una laurea in Giurisprudenza, seguita da altre due in Scienze del governo e delle politiche pubbliche e in Scienze dell’amministrazione, un master in “Criminologia e studi giuridici forensi” e ancor più, una vasta esperienza maturata sul campo.

L’esperienza

Sì perché il comandante De Paoli prima di giungere a Sondrio e insediarsi nel nuovo incarico, è stato comandante della Compagnia dei Carabinieri di Macerata per quattro anni, comandante della Compagnia di Merate (Lecco) per cinque anni e ancor prima, della Compagnia di Portogruaro (Venezia) per sette anni. Prima ancora ha guidato il Nucleo operativo e radiomobile di Cassano d’Adda (Milano) e in precedenza, ha prestato servizio a Pontassieve, a Firenze, a Vicenza e a Vailate ( Cremona), sua prima sede, nel novembre 1989, come addetto.

Una carriera in ascesa, costellata di riconoscimenti e di apprezzamenti. De Paoli è cavaliere all’Ordine al merito della Repubblica, ha ottenuto la medaglia mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare e la medaglia d’oro al merito di lungo comando nell’Arma. Oltre alla “Medalla de benemerenza de plata” del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio. «Ero già stato in provincia di Sondrio, ma solo per turismo - ha detto ieri mattina in sede di presentazione - perché mi piace molto sciare. Per questo ho visto Aprica, Madesimo, e Chiesa in Valmalenco. La prima impressione, ora, nel ruolo che ricopro, mi sembra positiva. La città è gradevole, vivibile, la gente esprime un’apparenza di serenità. Si tratterà di conoscere meglio tutta la provincia, molto vasta, forse la più vasta d’Italia. Piano piano lo farò. Confido anche nella collaborazione dei cittadini, perché, senza di loro, arrivare a circoscrivere fatti di reato è difficile. É importante che ci segnalino subito anche semplici episodi di disturbo sociale».

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