Due anni di Covid
3.100 ricoveri e 511 morti

I numeri«Ora al Morelli ci sono 40 malati. Saporito: «Il virus non è ancora sparito, chi non si è vaccinato deve farlo

Due anni di Covid hanno segnato, profondamente, l’attività di Asst Valtellina e Alto Lario, che ieri ha tratteggiato il bilancio di un’emergenza tradottasi in una prima, in una seconda, una terza e, persino, una quarta ondata.

Per un totale di oltre 3100 persone ricoverate, al centro Covid Morelli, delle quali 1.296 nel 2020, 1.169 nel 2021, e quasi 700 in questi primi due mesi dell’anno. Con una pressione ospedaliera, attualmente, in rientro, perché i ricoverati ieri, erano una quarantina, in lenta diminuzione giorno dopo giorno.

Terapia intensiva

In Terapia intensiva, invece, sono state 89 le persone assistite nel 2020, 114 nel 2021, mentre, i nove pazienti che hanno necessitato della Rianimazione quest’anno, sono stati trasferiti in Terapie intensive di fuori provincia come da protocollo regionale. Infine, il dato più tragico, resta quello dei decessi, perché sono 511, ad oggi in totale le persone morte per Covid al Morelli, tutte, si può dire, residenti in provincia di Sondrio. Di queste, 319 sono morte nel 2020, 162 nel 2021, e 30 nell’anno in corso.

Numeri pesanti, propri di un biennio destinato a lasciare un segno, profondo, nella società valtellinese e valchiavennasca, tuttavia, come osserva Tommaso Saporito, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, di una «situazione ora in netto miglioramento si può parlare e di ciò dobbiamo dire grazie al vaccino e rendere merito ai cittadini, alla stragrande maggioranza della popolazione che con senso di responsabilità ha completato il ciclo vaccinale e ha seguito le prescrizioni rimanendo a casa quando necessario e adottando le misure di sicurezza». Il virus, per Saporito, non è ancora sconfitto, da qui l’invito «a chi ancora non l’ha fatto a vaccinarsi per proteggere se stesso ed i propri famigliari e per tutelare le persone fragili».

Una campagna vaccinale governata dalla direzione socio sanitaria di Asst, in capo a Paolo Formigoni, e partita, ricordiamolo, dal “Vax day” del 27 dicembre 2020, somministrando le prime 50 dosi di Pfizer a rappresentanti del mondo della sanità. Per poi proseguire, da inizio gennaio, con la vaccinazione di tutti gli altri operatori di Asst e di Ats, medici, infemieri, ausiliari, tecnici, amministrativi, e proseguire con le altre categorie di operatori della sanità, con gli immunocompromessi, con gli ospiti e gli operatori delle Rsa, con gli ultraottantenni, fino all’avvio della campagna vaccinale massiva scattata il 12 aprile 2021. Partita a più di un anno da quel 23 febbraio 2020 che ha segnato l’inizio di un’emergenza senza precedenti, capace di stringere d’assedio, come non mai, il paese, e di obbligare Asst ad uno sforzo indicibile considerato che, a un mese e mezzo dai primi ricoveri, cioè a metà aprile 2020, il Morelli già assisteva 220 pazienti, di cui 24 in Terapia intensiva, e i decessi arrivavano a 100.

Pausa estiva

A quella fase era seguito un intermezzo estivo, capace di garantire sollievo, anche se illusorio, perché dall’ottobre successivo i ricoveri hanno ripreso a salire fino a sfiorare i 200 fra novembre e dicembre 2020, e i 151 morti. La svolta è stata rappresentata dal vaccino, anche se la guardia non può essere abbassata.«La nuova situazione- assicura Saporito - ci permetterà a breve di ripartire a pieno regime con l’attività ospedaliera e ambulatoriale che in questi mesi ha subìto un rallentamento a causa dell’impegno richiesto per la pandemia. Medici e infermieri, non più impegnati sui malati Covid, su vaccinazioni e tamponi, potranno tornare alle loro specialità».

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