Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 08 Aprile 2021
Due volontari Cri
agli arresti domiciliari
Ventenni della Valmalenco accusati di peculato per avere usato mezzi Croce rossa per scopi privati. La denuncia è partita dall’interno dalla presidente Gualteroni: «Non si possono tollerare questi comportamenti»
Due giovani volontari della Croce Rossa di Sondrio, residenti in Valmalenco, sono finiti agli arresti domiciliari nella serata di martedì, accusati di concorso in peculato, per avere usato mezzi della Cri per scopi privati. Una misura molto severa, quella che ha colpito due ventenni.
Stando alle indagini dai carabinieri di Sondrio e messe nero su bianco nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Antonio De Rosa, i due volontari avrebbero utilizzato mezzi della Cri per scopi tutt’altro che istituzionali. Fatti che risalgono all’anno scorso.
«In qualità di incaricati di pubblico servizio, volontari presso la Croce rossa con abilitazione al soccorso, avendo per ragioni di servizio disponibilità di diverse autovetture di proprietà della Cri e di altre auto recanti la scritta “Cancro primo aiuto” - scrive il giudice nell’ordinanza - , se ne appropriavano utilizzandole per farne uso personale recandosi in Comuni diversi da Sondrio (nelle province di Lecco, Monza, Milano e Torino) senza giustificato motivo, talora con uso degli apparati Telepass».
Inoltre, «avendo la disponibilità delle tessere carburante acquistate dalla Croce rossa (gli indagati) le utilizzavano impropriamente per approvigionarsi di benzina e diesel con cui rifornivano sia i mezzi della Cri indebitamente adoperati, sia i due mezzi di proprietà di uno di loro. Sottoscrivevano inoltre - si legge sempre - attestazioni di viaggi ideologicamente false o recanti indicazioni di tratte non effettivamente percorse in quanto non congruenti rispetto ai chilometraggi registrati».
L’inchiesta è partita dalla denuncia di Giuliana Gualteroni, presidente Cri di Sondrio. «Dai rituali controlli che si effettuano sull’utilizzo degli automezzi e dei beni dell’associazione - spiega in una nota - erano emerse alcune anomalie riconducibili ad un utilizzo improprio da parte di due volontari».
«Croce rossa italiana è una associazione che si fonda su chiari principi di onestà e correttezza, opera sulla base di un codice etico e di precisi regolamenti - dice la presidente - Non si possono tollerare comportamenti che ledano l’immagine dell’associazione e non siano rispettosi nei confronti di tanti volontari che dedicano il loro tempo ad aiutare gli altri, rischiando la vita o addirittura sacrificandola per svolgere il proprio dovere».
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