Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 22 Dicembre 2016
La Consulta “salva” la riforma delle banche popolari
La Corte Costituzionale ha dichiarato in parte inammissibili in parte non fondate le questioni sollevate dalla Regione sul decreto legge con le misure per la trasformazione in spa delle banche popolari.
Il primo pronunciamento salva la riforma. La Corte Costituzionale ha dichiarato in parte inammissibili in parte non fondate le questioni sollevate dalla Regione sul decreto legge con le misure per la trasformazione in spa delle banche popolari. Nel ricorso la Lombardia lamentava che lo Stato nel legiferare in questa materia avesse leso competenze che spettano alle Regioni. Un rilievo non accolto dalla Corte, di fronte alla quale restano invece pendenti altre questioni sollevate dal Consiglio di Stato. La sentenza della Consulta stabilisce che «la scelta del legislatore statale di assumere la soglia dell’attivo di 8 miliardi di euro come indice della dimensione della banca popolare» da trasformare in Spa «è coerente con lo scopo» della norma. E sotto questo profilo «il legislatore statale si è mantenuto nei limiti delle proprie attribuzioni».
Inoltre, il governo ha motivato le ragioni di necessità e urgenza per l’adozione del decreto legge facendo riferimento all’adeguamento del «sistema bancario agli indirizzi europei» e alle «forti sollecitazioni del Fondo monetario internazionale e dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica a trasformare le banche popolari maggiori in società per azioni». Ragioni che «escludono che si sia in presenza di evidente carenza del requisito della straordinaria necessità e urgenza di provvedere». Lo si legge nella sentenza.
Le assemblee della Banca Popolare di Bari e della Popolare di Sondrio restano dunque sospese fino al 12 gennaio, data fissata dal Consiglio di Stato che ha accolto l’istanza di sospensiva urgente arrivata dalla Bps e il 12 la discuterà nel merito. Ma dopo la decisione della Consulta non è chiaro se le due banche potranno rinviare ulteriormente la trasformazione in Spa. Di fronte alla Consulta pende ancora la decisione sul diritto di recesso (i cui limiti stabiliti dalla Banca d’Italia potranno così essere rimossi in maniera totale o parziale). Inoltre il Consiglio di Stato, quanto tornerà a riunirsi il 12 gennaio, non potrà non tener conto dell’orientamento emerso ieri dalla Consulta. Proprio i dubbi sulla soglia di 8 miliardi e l’utilizzo del decreto legge erano stati alla base della decisione con cui il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte Costituzionale la norma sulle popolari.
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