Le case di riposo
riaprono i ricoveri
Dopo tre mesi

Via libera all’arrivo di nuovi ospiti. Boccata di ossigeno per le finanze, stretti i controlli

È giunto ieri, con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia, l’atteso via libera di Regione Lombardia alla possibilità di accogliere nuovi ospiti sia nelle case di riposo sia nelle residenze sanitarie per disabili. Ventuno, le prime, in provincia di Sondrio, fra strutture private, misto pubblico-private e fondazioni, e tre le seconde, fra Rsd San Michele di Tirano, Casa Madonna del Lavoro di Nuova Olonio di Dubino, e Casa San Lorenzo, di Ardenno.

Realtà blindate a nuovi ingressi dal 24 febbraio scorso, il lunedì successivo al manifestarsi, in provincia, del primo caso di positività al coronavirus, che aveva indotto tutte le strutture a correre ai ripari, chiudendo a nuovi ospiti, e, al pari, alle visite di quelli già ricoverati e agli ingressi dei volontari.

Da quest’ultimo punto di vista, la delibera adottata ieri in Giunta regionale non prevede particolari “sdoganamenti”, dal momento che le visite restano consentite solo in casi di particolare necessità, purché concordate e autorizzate dai gestori delle strutture.

Ad essere, invece, consentiti, sono gli ingressi di nuovi ospiti, benedetti da quelle realtà che hanno visto ridurre, drammaticamente, il numero delle persone ricoverate, in quanto decimate dal virus, e, per ciò stesso, costrette a confrontarsi con gravi problemi di bilancio. Determinati dal venir meno delle rette e dall’impossibilità di occupare i letti rimasti vuoti.

Un passaggio delicatissimo, che lo stesso assessorato e, poi, la Giunta regionale ha esaminato nel dettaglio, «nella consapevolezza - precisa Gallera stesso - di dover trovare un equilibrio fra le esigenze delle famiglie di garantire ai propri cari un’adeguata presa in carico, e la necessità di mettere in sicurezza le strutture residenziali con attenzione particolare alla fragilità degli ospiti».

Tradotto, nuovi ingressi sì, purché si tratti di persone totalmente esenti da covid. La verifica preliminare, da questo punto di vista, sarà meticolosa. Prevista l’effettuazione, al domicilio dell’aspirante ospite, già in isolamento, sia del tampone naso faringeo sia del test sierologico. Dopodiché, se entrambi risulteranno negativi, la persona resterà in isolamento, per ripetere, dopo 14 giorni, le indagini che, se ancora negative, gli permetteranno di accedere in struttura.

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