«L’effetto Olimpiadi arriverà dopo le gare
Se sarete pronti»

Giochi 2026 Il direttore marketing Devidé a Sondrio. «Si stima un incremento di presenze dal 10 al 64%. Concentratevi su quello che volete essere in futuro»

«Non pensate alle gare in sé, quelle saranno il privilegio dei pochi che avranno i biglietti e di tutti davanti alla televisione, ma concentratevi su quello che volete essere dopo i Giochi perché da lì in poi il mondo si presenterà a vedere come sono i territori e i territori dovranno essere pronti».

Punto di vista

Le Olimpiadi oltre le Olimpiadi. Di questo parla Nevio Devidé, ex sportivo, già direttore marketing dei Giochi torinesi 2006 e ora della Fondazione Milano Cortina 2026, in visita ieri a Sondrio dove a palazzo Muzio, accompagnato dal consigliere del cda della Fondazione Sergio Schena, ha incontrato il presidente della Provincia Davide Menegola, il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, quelli di Bormio e Livigno e i rappresentanti della Camera di commercio, del Distretto agroalimentare e di Valtellina turismo.

Un confronto per condividere perimetri, complessità e consapevolezza di ciò che l’evento olimpico può rappresentare per i territori coinvolti, utile a capire quali strumenti possono essere utilizzati per parlare con la gente, quali informazioni dare, come ottenere attenzione e soprattutto come preparare la Valle all’impatto di una promozione che Devidé definisce non a caso unica.

«Dobbiamo ricordarci che i Giochi raggiungono oltre a 3 miliardi di persone - sottolinea il direttore marketing della Fondazione - una notorietà, un’opportunità tutt’altro che scontata. A un territorio capita una volta nella vita, all’Italia è successo quattro volte con questa. E dunque la Valtellina deve aspettarsi una crescita di flussi molto importante. E’ statisticamente studiato che l’aumento dell’afflusso minimo turistico è del 10%, ma l’incremento del passaggio di persone può arrivare al 64%. Numeri che rendono evidente come e quanto le Olimpiadi portino attenzione al territorio».

Tempestività

Ma il territorio deve essere in grado di rispondere a queste sollecitazioni in quel preciso momento. «Il lavoro che va fatto è dunque di preparazione, di celebrazione delle eccellenze non tanto rispetto al momento olimpico, fino ai Giochi cioè, ma per il dopo - ha aggiunto - . Le Olimpiadi danno un lancio molto importante per gli anni successivi, di più, per i decenni successivi. Barcellona è stata trasformata, Torino è completamente cambiata e tutte le realtà dove i Giochi sono passati hanno avuto un incremento infrastrutturale e un mutamento nel modo di intendere la qualità e soprattutto di flussi turistici. Lo stesso è capitato a Milano con l’Expo: oggi la città è completamente sbocciata rispetto a otto anni fa».

Opportunità uniche che chiamano in causa direttamente la responsabilità e la consapevolezza del territorio, dei suoi attori, della gente. «Sovente l’aspettativa è che sia la Fondazione a dover fare qualcosa - spiega Devidé -, ma non è questo il nostro ruolo. Compito della Fondazione è quello di essere facilitatrice, abilitatrice per aiutare tutte le realtà coinvolte a usare questa opportunità nel migliore dei modi. Come Fondazione siamo in giro a cercare risorse per fare i Giochi per il bene di tutti, ma fondamentale è riuscire a trasferire alle persone ciò che vado narrando in termini di opportunità, flussi e occasioni, in modo che siano capaci di declinarlo in azioni e progetti, ma a prescindere dalla Fondazione».

Formazione

In questo lavoro aspetto fondamentale è anche quello legato alla formazione dei soggetti «così che possano capire come questo progetto può portare benefici ai territori coinvolti».

Devidé che nello stesso ruolo di direttore marketing ha vissuto le Olimpiadi di Torino 2006, parla dei Giochi di Milano - Cortina come di un evento legato ai mutamenti avvenuti anche nel modo di vivere. «Dal 2006 ad oggi è cambiato il mondo rispetto agli strumenti e ai canali della comunicazione - dice - e anche al livello di attenzione. Oggi le imprese in tutto il modo cercano di essere e di fare qualcosa a livello sociale, non solo di dire o apparire. In questo i Giochi, che perseguono il nobile fine sportivo, diventano di grandissima attualità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA