Parrucchieri in rivolta
«Fateci riaprire subito»

L’allarme Confartigianato: «Con gli estetisti in provincia ci sono 450 saloni Già tutti a norma per la sicurezza. Così si spalanca la porta all’abusivismo»

Con l’avvio della fase 2 è aumentato il numero di imprese artigiane al lavoro. Si è passati da una su quattro a una su due secondo le stime della principale associazione di categoria

Ma per i saloni di acconciatura e di estetica la riapertura si allontana e bisognerà attendere il 3 giugno. «È una decisione - spiegano da Confartigianato -incomprensibile e inaccettabile». Oltre al danno, poi, c’è la beffa: la presenza di abusivi che uniscono concorrenza sleale e rischi per la salute».

Nel settore 1300 addetti

Confartigianato rileva che gli operatori di questo settore sono stati i primi a comprendere, fin dagli inizi di marzo, la centralità del proprio lavoro e con responsabilità hanno ottemperato agli inviti delle autorità, chiudendo i saloni spesso anche prima dell’introduzione dell’obbligo.

Non stiamo parlando di un settore di nicchia, residuale o in via di estinzione. Il comparto del benessere - acconciatori, barbieri ed estetisti - ha un peso rilevante. In provincia di Sondrio e nel solo settore artigiano sono almeno 450 le imprese interessate (circa il 10% del totale) con circa 1300 addetti. Oggi il calendario della cosiddetta fase 2 impone a tutti loro un altro mese di chiusura forzata portando così a ben tre mesi di blocco totale. Nei giorni scorsi a livello nazionale Confartigianato Benessere aveva avanzato al governo «una proposta seria, responsabile e completa con un “Decalogo di tutte le misure sanitarie e di sicurezza”, ma è stata disattesa».

Per questo già ieri mattina Confartigianato ha criticato la decisione del governo di rinviare a dopo il primo giugno la riapertura.

«Con senso di responsabilità – prosegue la nota diffusa dall’associazione – abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività, osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad un’incomprensibile dilazione per le nostre attività».

E’ già tutto pronto per trattare le clienti in tutta sicurezza

«Del resto, dopo il 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza - dice infatti ancora Confartigianato -? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile e maggio?».

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