Pedranzini e l’incontro con il Papa: «Un uomo di straordinaria concretezza»

Sondrio

«Un incontro intenso con un uomo infinitamente accogliente e di straordinaria concretezza». È un ricordo fresco quello che Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della Banca popolare di Sondrio, ha di Papa Francesco. Nel suo ruolo di vice presidente di FEduF (Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio) e di ABI a giugno dello scorso anno è stato infatti ricevuto insieme a una delegazione di sette dal Santo Padre, in occasione del decennale di attività di FEduF.

Un’udienza privata che ha lasciato indelebile il segno in Pedranzini che in questi giorni di grande dolore per la morte di papa Bergoglio accarezza con lo sguardo la fotografia che tiene in ufficio, davanti alla scrivania, e che lo ritrae a tu per tu con Papa Francesco.

«Il Santo Padre ci ha accolto nella sua biblioteca – ricorda Pedranzini - e ci ha intrattenuto per quasi un’ora, seduto alla scrivania, noi sette di fronte. Non nascondo che, da quel momento, la forte emozione che provavo ha prevalso sul timore e l’umanità del Papa ha fatto sì che l’ufficialità lasciasse spazio alla cordialità. La traccia che mi ero preparato per l’occasione ha innescato la sua nota curiosità, favorendo il dialogo e l’esposizione di quanto facciamo e ci prefiggiamo di fare con i fitti programmi della Fondazione. “Dare per avere”, è il claim che sono solito usare in alcune circostanze per far comprendere il successo della nostra banca nell’attività quotidiana. Ebbene, queste tre parole hanno suscitato l’interesse di Papa Francesco e ci hanno consentito di addentrarci nel mondo dell’educazione finanziaria, quanto mai importante per impostare relazioni trasparenti e durature con la clientela». Secondo cioè l’etica dei comportamenti che nasce dalla consapevolezza dei ruoli di ciascuno.

«È stato un incontro intenso, sia a livello spirituale sia umano, da conservare e da cui trarre insegnamento – sottolinea Pedranzini -. Egli, ascoltandoci con tanta attenzione, ha mostrato di apprezzare e condividere lo spirito che deve animare ogni banchiere e quindi tutti coloro che trattano il denaro per metterlo a disposizione di chi si propone di farlo fruttare e, quindi, nell’interesse del bene comune». Argomento che non poteva suscitare in Francesco, il papa dei poveri, degli ultimi una reazione. «Ricordo quando, ponendo la mano in tasca, disse che il denaro

deve essere un mezzo per favorire lo sviluppo nella convivenza civile dell’umanità – ancora Pedranzini -. È solo trattenendolo in maniera inoperosa nelle tasche che diventa lo “sterco del diavolo”. Un uomo di straordinaria concretezza, o meglio, come giustamente è stato definito, il Papa dell’“essenziale”».

Nel corso del nostro incontro si è parlato a lungo delle nuove generazioni e degli anziani. «E proprio in questa circostanza – ricorda il banchiere sondriese - il Santo Padre spaziò in maniera mirabile, avvalendosi, come spesso era solito fare, di un simpatico e significativo aneddoto, di un fatto tra l’altro realmente accaduto come ha tenuto a sottolineare, per invitare al rispetto dei “vecchi”, perché vecchi, se Dio vuole, lo diventeremo anche noi. Quindi, indirettamente, ci ha portato a riflettere sulla sensibilità dei giovani, in particolare dei bambini, che sono puri di cuore e di sentimento».

Un incontro emozionante durante il quale il Papa ha espresso il proprio caloroso incoraggiamento a continuare sul percorso intrapreso. «Un insegnamento importante – conclude Pedranzini -. La banca per la gente e in mezzo alla gente è qualcosa che ha fatto riflettere il Papa e che è stato alla base del suo incitamento, di continuare cioè con passione nel lavoro tanto delicato di chi si occupa di banca e finanza. Non possiamo che farlo».

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