Pioggia e nevicate
servite a nulla
La siccità rimane

Allarme climaIl bilancio dell’Autorità di bacino I livelli dei bacini restano bassi, si aspetta il disgelo Le precipitazioni sono state subito assorbite

Una mitigazione sì, ma soltanto parziale. La pioggia degli ultimi giorni ha allentato la presa della siccità, ma non ha risolto il problema anche se gli accumuli nevosi in montagna – fino a 40 centimetri - si trasformeranno presto, con il rialzo delle temperature, in acqua a tutto vantaggio delle portate fluviali.

A fare il punto della situazione dopo le precipitazioni tanto attese della scorsa settimana, che in provincia di Sondrio hanno portato anche molta neve alle quote più alte, è l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nel suo bollettino del giovedì.

Indicatori

«Gli indicatori provenienti dalle agenzie regionali di monitoraggio idro-meteo-climatico, alla luce del lunghissimo periodo di aridità invernale (durato per oltre 110 giorni senza precipitazioni intense ed omogenee) - si legge nella relazione - restano negativi a sostanziale conferma dei dati diffusi nell’ultimo bollettino pre pioggia». Quelli cioè che indicavano un manto nevoso del 18,9% inferiore al minimo storico sull’arco alpino, l’Adda ai livelli più bassi da 50 anni a questa parte in conseguenza a monte della scarsità di neve e precipitazioni e a valle delle scarse portate erogate dal lago di Como, con un riempimento ridotto al 4,7% , pericolosamente vicino al minimo storico del 1958.

«L’impoverimento progressivo delle falde sotterranee nei mesi scorsi - sottolinea il bollettino dell’Autorità - ha caratterizzato un fenomeno di immediato e quasi totale assorbimento nel sottosuolo delle piogge cadute, mentre le portate superficiali, registrate nelle stazioni di rilevamento, rimangono sotto la media. Estrema siccità con deficit evidente dei livelli delle portate del Po si evidenziano infatti ancora a Piacenza (-71%) e Cremona (- 64%), mentre si attestano sugli stessi valori di siccità severa nelle altre stazioni di rilevamento».

«Pur se sull’intero distretto si è interrotta la catena di giorni senza pioggia - prosegue -, le precipitazioni cadute non sono sufficienti a compensare il gap precedente e il quadro resta di siccità severa o estrema a seconda delle singole aree. Più intensamente è piovuto sul crinale emiliano (+50 mm) e in ogni caso anche sul resto del bacino distrettuale nell’ordine dei 20-30 mm; una quantità purtroppo inferiore alle attese e non sufficiente, talvolta caratterizzata da grandine e forte vento. E la conseguenza diretta di questa mancanza sui livelli della portata lungo il fiume ha accresciuto di poco le quote idrometriche vista la concomitante assenza di flusso negli affluenti e alle basse temperature che, soprattutto nelle aree montane, hanno mutato lo stato della pioggia in neve con accumuli fino a 40 cm mediamente sulle Alpi: una scorta questa di cui comunque si potrà beneficiare nel futuro più immediato con il verificarsi dell’aumento contestuale delle temperature».

I grandi laghi

Per quanto riguarda i grandi laghi alpini l’osservatorio dell’Autorità rileva che se il Maggiore ha recuperato 4 centimetri rispetto a sette giorni fa, con una capacità di riempimento pari al 31,4% e quelli di Garda e Iseo hanno guadagnato 5 centimetri, è rimasto pressoché invariato il lago di Como con un incremento di un solo centimetro rispetto a sette giorni fa. Una situazione che potrebbe essere spiegata con il minor rilascio di acqua nell’Adda a vantaggio dei bacini delle aziende idroelettriche.

«Ci aspettavamo precipitazioni più abbondanti - commenta il segretario generale dell’Autorità, Meuccio Berselli -, monitoriamo la situazione o e siamo in attesa di analizzare il contesto generale nel prossimo Osservatorio sulle crisi idriche».

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