Rsa, si allungano le liste d’attesa a Sondrio. «Non mancano letti, ma personale»

Sondrio

Aumentano di anno in anno le persone in lista d’attesa per un posto in casa di riposo in provincia di Sondrio. Erano 1.150 nel 2022, 1.330 nel 2023, 1.489 nel 2024, e, oggi, siamo a quota 1.648 fra donne e uomini in lista nelle strutture della provincia di Sondrio e dell’Alto Lario. Con un aumento di quasi 500 unità (498) in meno di quattro anni, e di 159 nell’ultimo anno.

Il numero maggiore delle domande sono riferite a donne, perché sono le più longeve in assoluto. Siamo a quota 1.137 donne in lista, 130 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, contro 511 uomini, 87 in più rispetto al 2024. E non è tutto perché mai come oggi ci si trova di fronte ad un monte domande per ciascuna Rsa così elevato, superiore addirittura alle 500 unità.

Una soglia che non si era ancora superata. Invece, i dati Ats della Montagna parlano chiaro e indicano in 520 le domande presentate da donne nelle Rsa “Madonna della neve” di Chiuro, “Costante Patrizi” di Ponte in Valtellina, e 514 quelle presentate alla Rsa Tomaso Ambrosetti di Morbegno. Lo scorso anno il picco massimo per le donne era stato sempre a Chiuro, Ponte e Morbegno ma non si era andati sopra le 500 richieste. A Chiuro ci si era fermati a 468, a Ponte a 467, all’Ambrosetti di Morbegno a 443. Questi i picchi massimi, già molto elevati, ora, del tutto dribblati. E non che altre realtà siano da meno, perché ci sono 469 domande in giacenza alla Paolo Paravicini di Morbegno, ce ne sono 461 alla Bongioni-Lambertenghi di Villa di Tirano, 456 alla Casa San Lorenzo, solo femminile, di Ardenno, e 410 alla Rsa interamente ristrutturata Fondazione città di Sondrio di via don Guanella. Per quanto riguarda gli uomini va un po’ meglio, ma solo perché c’è meno richiesta in generale, tuttavia, anche qui, la pressione maggiore è sulla Costante Patrizi di Ponte, 245 domande, Ambrosetti di Morbegno, 241, Paravicini di Morbegno, 240, Bongioni Lambertenghi di Villa di Tirano, 231, e Città di Sondrio via don Guanella, 215.

Va sempre ricordato che le persone interessate e i loro famigliari presentano domande in più strutture, mettendosi in lista in più realtà nella speranza che un posto si possa liberare, prima o poi, da qualche parte, però si parla sempre di numeri molto alti dietro ai quali ci sono persone anziane o molto anziane, in difficoltà, se non sole. E anche quando non sono sole, ma hanno famigliari, spesso, non sono in grado di garantire loro le cure necessarie per via di profili di complessità molto elevati. Quelli che Antonio Grimaldi, presidente della Fondazione Rsa Città di Sondrio e da poco anche presidente Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale), sodalizio che raduna le Rsa più grosse della provincia di Sondrio, almeno 13, chiama non ospiti, ma pazienti. «Perché è così - assicura -. Parliamo di persone che non potrebbero essere assistite a casa per i quadri clinici che presentano. Non persone che hanno bisogno di assistenza dal punto di vista socio-sanitario, ma sanitario vero e proprio e che gli ospedali non potrebbero mai seguire perché concentrati sulle acuzie. Quindi, approdano in Rsa sempre più in difficoltà, non perché manchino i letti, ma perché manca il personale».

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