
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 20 Ottobre 2018
Sanità di montagna, al via lo studio
Resta aperta la questione dei confini
I sindaci saranno ascoltati dai tecnici del Politecnico per individuare bisogni e criticità. Franchetti: «Nota positiva, ma aspettiamo ancora risposte sulla revisione della gestione».
I sindaci di Valtellina e Valchiavenna saranno coinvolti nello studio del Politecnico di Milano incaricato dalla Regione di redigere un progetto innovativo per la sanità di montagna. Arriva, seppur in via indiretta, una prima risposta al documento che gli amministratori della provincia di Sondrio avevano inviato di mesi fa a Milano sullo scottante tema della sanità. Resta invece ancora senza riscontro l’altro punto qualificante del documento, ovvero la richiesta di rivedere l’organizzazione del sistema sanitario ripristinando i confini provinciali che l’ultima riforma ha allargato all’Alto Lario e alla Valcamonica.
A confermare il percorso di ascolto degli amministratori «per acquisire elementi e contributi di conoscenza in merito ai bisogni dei cittadini» sono gli assessori regionali Giulio Gallera (Welfare) e Massimo Sertori (Montagna ed Enti locali) al termine dell’incontro con Cristina Masella del dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico e la direzione strategica dell’Ats della montagna.
«La Regione crede fermamente nella sanità di montagna - ha detto l’assessore Gallera - per questo abbiamo incaricato il Politecnico di elaborare un progetto, anche fortemente innovativo, di erogazione di servizi sanitari e sociosanitari sul territorio della montagna. Un progetto che possa includere soluzioni valide nel medio-lungo periodo, tenendo conto anche di eventuali esperienze nazionali e internazionali su territori con caratteristiche simili».
Dopo la prima fase di ascolto, «i passaggi successivi - hanno spiegato gli assessori - prevedono un’analisi integrata dei dati, lo sviluppo di nuove proposte progettuali, una fase di consolidamento e la restituzione al territorio per un indispensabile confronto». «Metteremo in campo azioni - ha detto Sertori - finalizzate a rendere più efficiente l’offerta dei servizi rivolti ai cittadini». «Apprendo con favore del coinvolgimento dei sindaci nello studio del Politecnico - dice Massimiliano Franchetti, presidente dell’assemblea d’ambito -, lo avevamo espressamente chiesto in virtù del fatto che gli amministratori locali ormai sono gli unici ad avere il polso della situazione, ad avere coscienza e conoscenza della realtà e quindi ad essere in grado di farsi portavoce dei bisogni e delle criticità».
Ma a fronte di una richiesta esaudita ce n’è un’altra che rimane senza alcuna risposta, sebbene il ritorno sotto Como di 33 dei 49 Comuni del lago decisa ad inizio mese dalla giunta regionale avesse fatto sperare. «Ad oggi - ancora Franchetti - non abbiamo avuto alcun riscontro rispetto alla richiesta di tornare ai confini provinciali per la gestione ottimale della sanità di montagna. Ma non demordiamo. Subito dopo le elezioni provinciali (gli amministratori saranno impegnati al voto il 31 ottobre, nda) se nel frattempo non saranno arrivati segnali dalla Regione, torneremo alla carica».
Chi è già andato a far sentire le proprie ragioni a Milano sono i sindaci della Valcamonica che all’assessore Gallera hanno chiesto, come ricorda lo stesso assessore, di «rafforzare sul loro territorio il governo delle politiche sanitarie, specie per quel che riguarda le funzioni gestionali e programmatorie, e di rafforzare i servizi tenendo presente la storia del territorio oltre che la morfologia». «L’impegno che abbiamo preso - la risposta di Galera - è quello di lavorare perché all’interno della struttura organizzativa dell’Ats ci sia un rafforzamento del distretto». «Evidentemente - commenta Franchetti - c’è un malessere anche da parte loro rispetto a questa unione forzata. Direi che è l’altra faccia della stessa medaglia che dimostra la necessità di tornare entro il proprio ambito per essere più efficaci nelle risposte da dare ai cittadini».
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