Sassella, l’Anas
ha bocciato il sottopasso

Opere olimpiche La proposta era stata presentata dai gruppi consiliari di minoranza e trasmessa all’ente stradale

«Incompatibile con gli obiettivi progettuali per l’impatto ambientale indotto e la gestione dell’infrastruttura, in termini di costi e rischi connessi».

Niente da fare. Anas boccia la proposta di sottopasso alternativo al cavalcavia per la risoluzione del nodo della Sassella, una delle infrastrutture del cosiddetto pacchetto olimpico, presentata dai gruppi consiliari di minoranza e trasmessa all’ente stradale dal presidente della commissione consiliare terza, Filippo Rebai, dopo la condivisione con l’intero consiglio comunale.

Mitigazione

Lo fa sotto il profilo stradale, idrogeologico ed idraulico e strutturale impegnandosi però nello sviluppo del progetto definitivo, secondo le previsioni di quello di fattibilità tecnico economica redatto dalla società Concessioni autostradali lombarde (Cal), a tenere «in debita considerazione le raccomandazioni avanzate dal Comune ai fini della mitigazione ambientale dell’opera e dell’inserimento della stessa in un contesto particolarmente delicato».

Tanto attesa, la risposta fornita da Anas all’amministrazione comunale sondriese che ieri, a sua volta, l’ha girata ai consiglieri comunali è articolata e dettagliata non lasciando spazio a molti dubbi.

«Da un punto di vista stradale - si legge nella nota -, la soluzione alternativa così come presentata non rispetta i vincoli normativi e comporta un deficit di sicurezza rispetto alla soluzione progettuale presentata. L’ingombro delle opere non si limiterebbe a quelle rappresentate nella proposta, ma, per poter essere realizzate secondo normativa, in particolare per quanto riguarda le pendenze longitudinali, le rampe andrebbero ad interessare un tratto di territorio molto più esteso di quello rappresentato, circa 450 metri, invece dei 120 metri circa schematizzati dalla soluzione in sottopasso».

Un primo scoglio cui si aggiungono le criticità idrauliche ed idrogeologiche «poiché - spiega Anas - la soluzione in sottopasso comporta l’interessamento di livelli del sottosuolo con presenza della falda in comunicazione diretta con l’Adda».

Una soluzione che «implicherebbe disturbo alla circolazione sotterranea delle acque con ripercussioni non facilmente prevedibili sull’assetto idrogeologico, andando ad interrompere la comunicazione tra alveo e falda idrica» oltre alla possibilità «dell’instaurarsi di un gradiente idraulico sotterraneo in occasione delle piene dell’Adda che può comportare da una parte la generazione di ulteriori sollecitazioni sulla struttura interrata e dall’altra un incremento del rischio idraulico connesso ai livelli idrici fluviali».

Sarebbe dunque necessario secondo Anas prevedere sistemi di smaltimento delle acque mediante impianti di sollevamento «con tutti gli svantaggi connessi in termini di gestione, oneri di manutenzione e rischi legati al mancato funzionamento del sistema».

Condizioni

Ma anche da un punto di vista strutturale, «la soluzione alternativa proposta dovrebbe rispondere alle problematiche relative alla presenza della falda. La struttura in sottopassaggio dovrebbe essere pensata come elemento “a tenuta stagna“ e con caratteristiche di compensazione a fenomeni di “galleggiamento” che imporrebbero la realizzazione di opere importanti dal punto di vista strutturale ed economico».

Complicazioni e aumento dei costi che Anas non reputa necessari ritenendo che da un punto di vista paesaggistico «la soluzione in viadotto prevista è stata ottimizzata dall’abbassamento della livelletta della 38», cosa che «non perturba la visuale della Sassella».

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