Via libera alle messe
In chiesa al massimo
duecento persone

Eucarestia con guanti monouso e mascherina Niente segno della pace, i foglietti si portano a casa

Con l’inizio della prossima settimana si tornerà a celebrare le Messe alla presenza del popolo e, dopo le misure contenute nel protocollo d’intesa tra il Governo e la Conferenza episcopale italiana, ieri la Diocesi di Como ha diffuso delle proprie disposizioni.

Chiarendo che, a seconda delle dimensioni degli edifici, nelle chiese non si potranno superare le 200 presenze, mentre per le celebrazioni all’aperto si potrà arrivare a mille fedeli.

Il numero massimo di partecipanti sarà indicato con un’affissione all’esterno delle chiese, dove sarà spiegato anche che per gli ingressi e le uscite, possibilmente da gestire con flussi alternati per evitare l’incrocio di fedeli, si dovrà mantenere la distanza interpersonale di un metro e mezzo. Una volta all’interno delle chiese, i fedeli dovranno gradualmente raggiungere i il primo posto disponibile - saranno chiaramente indicati quelli da occupabili - più lontano dall’ingresso.

Come già reso noto da alcuni giorni, sarà omesso il rito del segno di pace e la raccolta delle offerte non avverrà durante la liturgia eucaristica, ma all’uscita della chiesa. La Comunione sarà distribuita dai celebranti o dai ministri straordinari - dopo che questi avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato mascherina e guanti monouso - senza venire a contatto con le mani dei fedeli. Non sarà possibile ricevere l’ostia in bocca e saranno preferibilmente i ministri ad avvicinarsi ai fedeli e non viceversa, come avviene solitamente. Chi accederà ai luoghi di culto sarà tenuto a indossare la mascherina e non potranno partecipare ai riti persone con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C), come pure quanti sono positivi al virus o sottoposti alla quarantena.

Potranno essere distribuiti foglietti e sussidi, ma il singolo fedele dovrà poi portarli con sé. I lettori, che potrebbero toccare il lezionario e l’asta del microfono, dovranno indossare i guanti. Per l’animazione della liturgia potrà essere presente l’organista e una guida dell’assemblea, ma non il coro. «Si prediliga - spiega la Diocesi - la presenza di un unico ministrante adulto». Dovrà, quindi, essere ridotto il numero di chierichetti, garantendo il rispetto del necessario distanziamento.

I luoghi di culto dovranno essere sanificati regolarmente e al termine di ogni celebrazione. «Si favorisca il ricambio d’aria», suggerisce la Diocesi, indicando che, al termine di ogni celebrazione, dovranno essere accuratamente disinfettati anche vasi sacri, ampolline e altri oggetti utilizzati. La ripresa delle celebrazioni arriva dopo che, negli ultimi mesi, i cattolici sono stati invitati a riscoprire la dimensione della “Chiesa domestica”, con la preghiera in famiglia. «Si può dire che “la fantasia della carità” - afferma il vescovo Oscar Cantoni - abbia generato, con l’aiuto delle diverse tecnologie a distanza, come i vari collegamenti via streaming, nuovi sussidi adatti alle varie età».

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