Addio a Lorenzo: «Ora vive in eterno»

Prata Grande la commozione nella chiesa parrocchiale ai funerali del giovane morto a 29 anni in un incidente. Le carezze alla bara dei genitori e dei parenti, il dolore della fidanzata. Il sacerdote: «Porterà in cielo la sua gioia»

Prima mamma Carla e papà Stefano hanno posato le loro mani, congiunte, sulla bara di L orenzo Pedroncelli. E parevano incollate, tanto non volevano staccarsi. Poi, è toccato a nonna Leduina, accompagnata al feretro, in cimitero, dal nipote Mattia, primogenito dei tre fratelli Pedroncelli, concentrare in quel passare la mano sulla bara di Lorenzo, tutto il significato della vita e della morte del giovane. E certo per lei deve essere stato difficilissimo “lasciar andare”, il proprio caro, di 29 anni appena, scomparso in seguito a un terribile incidente stradale avvenuto ad Isola di Madesimo, la vigilia di Ferragosto.

Il distacco

E, al pari, è stato difficile per tutta la comunità di San Cassiano, frazione di Prata Camportaccio, accompagnare nel suo ultimo viaggio un giovane come Lorenzo, solare, pieno di vita e di energia. E, ieri mattina, la tensione e il dolore del distacco si sono sentiti tutti nella parrocchiale di San Cassiano in cui sono stati celebrati i funerali.

Alle 10.30, la funzione ha avuto inizio, officiata da don Gian Battista Binda, parroco del posto, affiancato da padre F abio Falcinella, collaboratore in San Giovanni Battista a Morbegno, ma nativo della zona, in una parrocchiale molto grande e, tuttavia, incapace di contenere tutta la folla accorsa.

Tantissimi i giovani, e, non tutti, probabilmente, hanno trovato la forza di entrare in chiesa e di assistere, da dentro, alla funzione. Lo hanno fatto da fuori, ammutoliti dal dolore, chiuso dentro un silenzio assordante.

E’ in questo clima che, le parole di fede e speranza di don Gian Battista Binda sono scese come un balsamo, sui presenti, a lenire un dolore che sembrava non trovare né ragione né fine.

«Nel battesimo riceviamo un seme di giovinezza dell’anima - ha detto don Gian Battista -, e la partenza improvvisa, nel pieno della giovinezza di Lorenzo, fa sì che non solo la sua anima, ma anche la sua giovinezza umana continui nell’eternità. Chiediamo al Signore di far vivere Lorenzo per l’eternità, con la sua contentezza. Quella che dimostrava nell’amicizia, nello sport, nella famiglia, nel lavoro (era dipendente della Carcano di Delebio, nda), nel divertimento, e - ha aggiunto - abbiamo motivo di credere, anche nella fede. Vissuta come la vive un giovane, ma non lontano dal Signore».

Molto forte anche l’ultima riflessione consegnata dal parroco ai presenti, alla mamma Carla e al papà Stefano, in primis, al fratello Mattia e alla fidanzata Claudia, alla nonna Laudina, agli zii e ai parenti, ma, ancor più e ancor prima, ai tanti giovanissimi amici del defunto.

La comunione

«Il più bel regalo che possiamo fare a Lorenzo, e che gli serve molto, come serve a tutti i defunti - ha detto -, è fare la Santa Comunione, oggi, ed offrirla a lui. Lo dico soprattutto agli amici, perché questo è il miglior dono che potete fargli, dopodiché saprà lui come compensare questo grande regalo. Perché è il modo più bello e fruttuoso per comunicare con il defunto. Chi può, chi è confessato, lo faccia subito. Chi non può, si riprometta di confessarsi nei prossimi giorni. E chi, ancora, non se la sente, si comunichi spiritualmente, col cuore, qui, ora».

E non sono mancati i giovani che hanno trovato il coraggio di comunicarsi, accogliendo la Comunione, oppure, è una certezza, aprendo, comunque, il segreto del loro cuore al defunto.

Al termine della celebrazione, sobria e misurata, priva di ricordi e pensieri personali, che, probabilmente, non sono riusciti ad uscire, la comunità si è diretta al cimitero e nessuno è rimasto indietro.

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