
Chiavenna: blitz dei Nas al Boomerang
Riscontrate irregolarità e carenze. Il locale resterà chiuso per qualche giorno
Chiavenna
Un controllo serale approfondito al bar Boomerang di viale Maloggia a Chiavenna, davanti alla Compagnia carabinieri guidata in via interinale da Gim Toni De Masi, è stato effettuato nella serata di venerdì da un’autentica task-force.
A intervenire il locale Nucleo operativo e radiomobile dell’Arma, di cui è comandante il luogotenente Giuseppe Cacicia, con la Stazione Cc e la collaborazione dei militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Sondrio e Lecco congiuntamente, i colleghi del Nas (Nucleo anti sofisticazione) di Brescia, i carabinieri cinofili appositamente giunti da Orio al Serio, in provincia di Bergamo.
Le ispezioni avrebbero fatto emergere alcune violazioni rispetto alle norme igienico sanitarie e circa altre sul lavoro e la situazione infrastrutturale. Al termine è stata disposta la provvisoria chiusura del locale pubblico, attraverso la sospensione dell’attività, che potrà riprendere una volta sanate le situazioni non in regola.
Nella mattinata di sabato, inoltre, un’altra verifica è stata effettuata all’interno di un supermarket, sempre nella città della Mera, dove l’infrazione rilevata dai militari è stata minore e ha riguardato un aspetto igienico sanitario, senza tuttavia comportare l’interruzione dell’attività commerciale. Le sanzioni complessivamente elevate - o comunque contestate - ai commercianti ammonterebbero a circa 14mila euro. Nella mattinata di sabato gli abituali clienti del bar hanno trovato sulla serranda un curioso cartello affisso dal proprietario: «Il Bar rimarrà chiuso per lutto dal 24/5 al 28/5. Ci scusiamo e vi aspettiamo il 28/5. Grazie. La famiglia Ungaro».
Un cartello che fa pensare a un’improvvisa perdita nella famiglia degli imprenditori e, invece, fortunatamente non è così. «Sono proprio demoralizzato per quanto accaduto - dichiara i gestore Alex Ungaro, 46 anni, residente a Valfurva - ma grazie al cielo di salute stiamo tutti bene in famiglia. Alle 22 di venerdì, quando mi apprestavo a chiudere perché c’erano pochissimi clienti in giro, è arrivata una nutrita squadra di carabinieri e ispettori sanitari, fra cui militari con i cani antidroga da Bergamo. Ovviamente qui non c’era neppure un grammo di stupefacenti e neppure lavoratori in nero. Da 3 mesi sono aperto, avendo rilevato questo locale chiuso da due anni. Ho speso soldi per sistemarlo al meglio. Mi hanno contestato delle piccole cose, imponendomi la chiusura. Le infrazioni ? Mi manca un corso sulla sicurezza. E la scala che porta ai bagni del personale è leggermente stretta: lunedì arriva il falegname e la allarga».
E Ungaro aggiunge: «Ho realizzato uno spogliatoio per il personale, prima inesistente, e mi hanno contestato che manca l’areazione, ma l’idraulico l’ho più volte sollecitato a venire, ma sa quanto sono preziosi gli artigiani, quanto si fanno desiderare prima di venire ? Poi ero sprovvisto di un documento per il magazzino. Controllate a fondo le scadenze dei prodotti alimentari: mancava un biglietto a 5 centimetri di bresaola per la tracciabilità. Sono stati qui dalle 22 alle 2 di notte. Probabilmente mandati da qualcuno a cui la mia presenza dà fastidio. Sono sponsor dell’hockey e pago per consentire alla clientela di vedere qui in diretta le partite in trasferta, sul canale youtube della società, e il locale lavora. In breve sistemo tutto e potrò riaprire e sul cartello ho messo un giorno in più dei tempi che prevedo per riprendere l’attività, così mi riposo un attimo».
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