
Cronaca / Valchiavenna
Martedì 16 Maggio 2017
Chiavenna, torna l’acqua nella via
I ricordi scorrono a fiumi
L’installazione: decine di secchi colorati dove un tempo c’era il canale . E Mirella Guanella racconta ai bambini la sua infanzia lungo via Molinanca.
L’obiettivo era chiaro: riportare la magia dell’acqua in via della Molinanca. L’artista Pamela Napoletano, chiavennasca d’adozione, ha lanciato un’iniziativa capace di catturare la curiosità, offrendo un ruolo da protagonista a vari concittadini.
L’acqua è tornata a occupare il suo vecchio percorso nella strada che corre fra via Dolzino e la Mera attraverso un nuovo linguaggio, quello mutevole e interpretativo dell’arte. Decine di secchi sono stati riempiti d’acqua e posizionati lungo la strada, ma le parole sono state altrettanto preziose. Mirella Guanella, classe 1933, abitava nella prima casa della via, più o meno dove ora c’è l’ingresso della scuola alberghiera Caurga. Ha incontrato un gruppo di cento bambini delle primarie Segantini e Pestalozzi e ha raccontato al giovanissimo pubblico la propria infanzia trascorsa in Molinanca.
« Mia mamma, Angela Marioni, faceva la lavandaia – ha raccontato -. Lavava i panni di casa, ma anche quelli di altre famiglie, per guadagnare qualche lira per la propria famiglia. La nostra era la via dei poveri, su in via Dolzino invece stavano i “sciuri”. L’acqua dei canali che scorrevano lungo la via aveva un’altezza variabile, che andava dai settanta centimetri al metro e venti».
Fra i piccoli alunni la narrazione ha avuto un effetto decisamente positivo, come dimostrato dagli sguardi rivolti verso Mirella . «Noi bambini – ha aggiunto la donna, molto conosciuta in città per una vita di lavoro e impegno sociale – giocavamo qui. E spesso finivamo nell’acqua, tanto che le nostre mamme o i passanti ci dovevano ripescare. Io stessa all’età di sette anni ho rischiato la pelle finendo nel canale: dopo tutto questo tempo posso dire di essere miracolata». Sessant’anni fa la Molinanca è stata trasformata in una strada come tutte le altre. «Secondo me è stato un peccato mortale eliminare i canali – spiega -. Sarebbe stata un’attrattiva fantastica per il turismo. Invece nel ’58 l’hanno tolta. Erano gli anni del progresso. Ma bambini, state vigili sul progresso. Un tempo si giocava in strada, ci si divertiva con poco o niente. Altro che smartphone e tablet».
Il progetto è basato su tre momenti. Nei giorni scorsi alcuni testimoni storici si sono incontrati. Questo secondo appuntamento ha rappresentato un’ottima occasione per riproporre aneddoti, confronti e racconti. Questi due eventi sono stati filmati, con l’obiettivo di creare memoria, anche per il futuro, di quest’esperienza, di un luogo che, nella postmodernità di tanti non luoghi – anche vicini – esprime storie in ogni angolo. Il 25 maggio, sul palco del teatro della Società Operaia, in una serata inaugurale, verrà presentato il progetto e proiettato il video realizzato. A seguire si terrà un breve dibattito in cui si incroceranno arte, storia e realtà territoriali.
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