Difendere le greggi dai lupi. «Assumiamo i pastori»

L’incontroNuovo confronto a Chiavenna. Ferloni: «Garantire la coesistenza Non ci sono pericoli per l’uomo, l’ipotesi è quella di prendere dei custodi»

«La prossima primavera sarà cruciale anche in provincia di Sondrio, dal punto di vista della coesistenza uomo-lupo e noi dobbiamo arrivare preparati a quella fase, mettendo in campo azioni di prevenzione calate il più possibile sulle singole realtà locali».

Soluzioni su misura

Così la pensa Maria Ferloni, tecnico faunistico della Provincia di Sondrio, che da anni segue anche il settore dei grandi predatori, in particolare orso e lupo. Ed è quest’ultimo ad aver scosso il mondo dell’allevamento hobbistico, in provincia, nella tarda-primavera ed estate scorse, con predazioni concentrate soprattutto alle alte quote di Valchiavenna, Valmalenco e, sporadicamente, nelle Orobie telline ed aprichesi oltre che in Alta Valtellina.

«L’obiettivo - spiega Ferloni - è quello di cercare e trovare, insieme a tutti portatori di interesse e quindi allevatori, cacciatori, mondo dell’alpinismo e del turismo, ambientalisti, frequentatori in genere della montagna, soluzioni puntiformi, cioè il più possibile consoni con la conformazione dei singoli territori, per garantire la coesistenza fra lupo ed attività antropiche, allevamento compreso, nel solco della normativa vigente. E a farsi strada è, in primis, l’ipotesi della custodia con pastore».

Il punto nodale è la convivenza con gli animali d’allevamento, in quanto essendo il lupo un animale opportunista, se trova prede a portata di fauci, non esita a braccare. Cosa che è avvenuta più volte quest’estate e che è destinata ad avvenire ancora, se non si troverà il modo per gestire le greggi.

Secondo Ferloni non ci sono invece pericoli per l’uomo, in quanto il lupo è «animale schivo, molto raramente confidente o problematico per l’uomo - spiega - semmai può attaccare cani non tenuti al guinzaglio, questo sì, per cui vale la pena prevenire eventualità di questo tipo di attacchi, per quanto rari possano essere».

Le date

Di questo si è parlato nell’ultimo incontro in Comunità montana a Chiavenna, nel contesto della “piattaforma degli stakeholder”, uno strumento d’azione per la mitigazione del conflitto uomo-lupo, introdotto dal progetto Wolfalps.eu e gestito da Regione Lombardia Il primo incontro si era tenuto il 27 ottobre scorso a Bormio e giovedì si è replicato a Chiavenna, dopodiché il 13 gennaio il confronto avverrà ad Edolo, in Valcamonica, e seguirà sempre a gennaio - in data da definire - nell’Alto Lario, altra terra in cui il lupo si è insediato provenendo da oltre confine e dove è stato fotografato pochi giorni fa, sui monti sopra Germasino.

Costruttivo, per quanto impegnativo, si è rivelato l’incontro in Comunità Montana a Chiavenna, dove c’erano Elisabetta Rossi e Daniela Grandi per Regione Lombardia, Mauro Belardi e Anna Crimella per la cooperativa Eliante che, con l’istituto Oikos, ha in capo la gestione del percorso di condivisione di obiettivi e soluzioni sulla coesistenza uomo-lupo; c’erano inoltre Fabrizio Cappa, per Ersaf Sondrio, Maria Ferloni, per la Provincia, Davide Trussoni, presidente dell’ente montano, Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna, Severino De Stefani, sindaco di San Giacomo Filippo e i rappresentanti di Coldiretti, Difesa rurale, Comitato caccia Valchiavenna, Cai, Mountain wilderness, Wwf, Legambiente, Cros Varenna e Orma Morbegno.

La soluzione ancora non è uscita «perché va cercata e trovata insieme - precisa Anna Crimella, mediatrice dell’incontro - ma le basi sono state gettate».

Per la Valchiavenna, in particolare, l’ipotesi numero uno è quella dell’introduzione del pastore, che curi un certo numero di capi lui affidati. Al quale devono essere ovviamente assicurati un alloggio e un riparo consoni, oltre al compenso relativo. Ma in questo senso sono previste provvidenze anche dal progetto Wolfalps.eu e da Regione Lombardia.

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