
Cronaca / Valchiavenna
Martedì 10 Giugno 2025
Mese, la traslazione delle spoglie di don Primo e suor Tomasina
«Assieme alla testimonianza di santità dei due religiosi, è bello sia venuta avanti anche una comunità nuova, quella di Papa Giovanni XXIII - dice il vescovo Oscar Cantoni - che dà un risvolto di continuità e di novità ad una carità che non viene meno»
Mese
Mese, ma anche persone provenienti da Piuro, paese natale di don Primo Lucchinetti, e da Uggiate con Ronago (Como), si sono stretti attorno alle salme dei religiosi traslati lunedì dalla cappella della casa delle suore in San Vittore.
Del resto si tratta di due figure che hanno lasciato il segno nei rispettivi territori di provenienza e di servizio.
«Suor Tomasina a Uggiate è molto conosciuta - assicura il sindaco, Ermes Tettamanti -. Lei è nata in Val Mulini, una frazione di Uggiate, e c’è una targa ricordo nel luogo di nascita, una piccola via lei dedicata e, poi, abbiamo intitolato a lei l’asilo comunale, gestito dalle suore Maria di Loreto fino a 25 anni fa, oggi comunale. Qui a Mese sono saliti anche alcuni residenti a Uggiate e lontani parenti».
«Questo è un momento importante, perché don Primo è stata una persona importantissima per il Comune di Mese - dice Paolo Cipriani, sindaco del posto -. É stato parroco per 45 anni, ma anche creato strutture in aiuto alla popolazione, la casa delle suore è una di queste, dove venivano accolti anche i nostri anziani fino a poco tempo fa. Aveva cominciato con donne sole e bisognose, poi l’asilo, la banda, tutte opere sociali che ha realizzato, creando un’unità di paese tant’è che lo abbiamo ricordato in mille modi. Abbiamo la banda, una strada intitolata a lui, una sala in Comune, ma il ricordo più importante è nella testa della gente, tutti sono affezionati alla casa delle suore da lui fondata anche col contributo e l’aiuto di molti concittadini».
Una struttura chiusa da due anni, però, e di cui non si sa più nulla.
«É proprietà delle guanelliane - dice il sindaco -. A noi piacerebbe come Comune fare qualche opera sociale, ma la nostra sola forza è troppo limitata, per cui bisogna pensare ad unirsi, anche come Comunità montana, per fare in modo che questa realtà possa continuare ad avere una finalità sociale. Penso ad appartamenti sociali, a spazi per anziani, tenuto conto anche della posizione bellissima di questa realtà».
E suor Neuza Maria Giordani, vicaria generale delle suore guanelliane, attuali proprietarie, conferma la volontà di riaprire quanto prima i battenti dello stabile.
«Non appena possibile vorremmo che la casa delle suore tornasse a pulsare - dice suor Neuza -, questa è una certezza. Non come Rsa, però, questo non sarà proprio possibile. Però, si potrebbe lavorare ad una casa di accoglienza, vediamo».
Il solco in cui inserirsi per ridare nuova vita all’idea originaria di don Primo Lucchinetti, grande amico di San Luigi Guanella, potrebbe essere proprio quella della casa di accoglienza, magari prendendo ispirazione da quanto si sta facendo a Prata Camportaccio con la “Capanna” di don Federico Pedrana che ospita nove senza fissa dimora e che oggi è affiancato proprio da suor Serena Dell’Anna, già superiora delle suore di Mese.
«Assieme alla testimonianza di santità di don Primo e suor Tomasina, è bello sia venuta avanti anche una comunità nuova, quella di Papa Giovanni XXIII - dice il vescovo Oscar Cantoni - che dà un risvolto di continuità e di novità ad una carità che non viene meno. A voi della Valchiavenna trovare le forme espressive perché questi luoghi parlino oggi e promuovano qualcosa di nuovo, occorre avere la creatività necessaria per dimostrare che la carità di Cristo trasformi il mondo».
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