
Cronaca / Valchiavenna
Martedì 15 Luglio 2025
Piuro riscopre le sue origini: gli scavi rivelano insediamenti antichi
Gli scavi portano alla luce insediamenti più antichi del previsto. Trovate tracce del 1000 e del IV-V secolo, con la scoperta di un edificio imponente
Piuro
L’associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro e il Comune di Piuro hanno già messo a punto le celebrazioni per i 407 anni dalla frana che, il 4 settembre 1618, investì e cancellò pressoché interamente il fiorente borgo, ma ci sono anche altre novità che interessano questa località e che sono relative ad epoche addirittura precedenti a quella Seicentesca.
«Per i 407 anni dalla frana abbiamo appena concluso, in accordo con alcune associazioni della Bregaglia svizzera, un evento drammaturgico-teatrale sul tema delle “Strie”, le streghe - dice Gianni Lisignoli, da vent’anni presidente della storica Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro -, abbiamo in previsione l’apertura del Museo di Piuro nei fine settimana e degli spazi dedicati ai reperti di Piuro di Palazzo Vertemate Franchi negli orari di apertura del medesimo, poi, come da alcuni anni a questa parte ci sarà la preghiera ecumenica fra cattolici e riformati il 4 settembre in ricordo dei morti della frana a “la capèla di mort”, un convegno sul ruolo dei riformati e sul rapporto con i cattolici a Piuro, e, nell’area archeologica di Belfort, alle 19 sempre del 4 settembre, il concerto “Requiem di Verdi” con l’orchestra Antonio Vivaldi diretta da Lorenzo Passerini. Ma in itinere c’è la prosecuzione della campagna di scavi condotta dagli esperti dell’Università di Verona che torneranno a settembre per operare sia sul “Mot del Castel” sia sul palazzo di Bavéle».
É un fiume in piena, Lisignoli, quando si tratta di affrontare il tema della antica Piuro, ma la cosa particolare è che stavolta si va ben oltre la realtà del 1618, perché le campagne di scavi condotte in questi ultimi anni hanno rimandato a insediamenti ancor più antichi, riferiti in parte all’anno 1000 dopo Cristo, in parte addirittura al IV-V secolo.
«Abbiamo voluto realizzare un opuscolo ad hoc, in distribuzione in questi giorni - dice Lisignoli - proprio per dar conto di una Piuro più antica di quella cui siamo soliti riferirci, della Piuro ricca e commerciale del 1618. L’ultimo opuscolo risaliva a 15 anni e fa e non dava ancora conto di questi aspetti, perché non ne eravamo a conoscenza, ma, ora, grazie ai ricercatori dell’Università di Verona, abbiamo potuto risalire a insediamenti appartenenti ad epoche precedenti con il rinvenimento ultimo, lo scorso anno, del sedime e della muratura di un edificio imponente, al Mot del Castèl, tanto da potersi qualificare come un centro di potere».
Una sorta di torre di un castello o di un palazzo, si potrebbe azzardare, sulla quale torneranno a lavorare a breve i ricercatori, ma non solo «perché si aprirà anche un secondo cantiere al palazzo Bavéle, nei pressi di Belfort, comunemente noto come la “cantina del Piöcc” - dice Lisignoli - in cui si cercheranno però conferme della sua esistenza negli anni della frana, non precedenti, almeno in questa fase».
Tanto lavoro, quindi, tutto racchiuso in questa recente pubblicazione, agevole, ma completa, dove si scopre una Piuro persino romana. «E pensiamo che non sia tutto - aggiunge Lisignoli -, perché, sicuramente, il passaggio dei soldati romani all’epoca qualche strascico, qualche testimonianza, deve averla lasciata in valle».
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