
Cronaca / Valchiavenna
Martedì 12 Febbraio 2019
«Scuola in ottima salute, il lavoro è un’altra cosa»
Il dirigente Molinari fa il punto sulle iscrizioni dopo il caso “Caurga”. «Credo nella libertà di scelta a prescindere dalle esigenze occupazionali».
«Molto rumore per nulla: la nostra scuola è in ottima salute». Prende la parola anche il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, Fabio Molinari, sulle questioni relative alle iscrizioni alle secondarie di secondo grado. Al centro dell’attenzione nelle ultime settimane c’è stato soprattutto il caso del corso per “Manutentore ed assistente tecnico” che non avrà una classe prima all’istituto “Crotto Caurga” di Chiavenna. Nonostante il parere del sindaco di Andalo Juri Girolo e del vicepresidente degli artigiani Andrea Lorenzini, che hanno parlato di «problema culturale alla base delle scelte degli alunni», Molinari spiega di «credere fortemente nella libertà di scelta della scuola superiore a prescindere dalle esigenze del mercato».
Una visione, questa, ben diversa da quella di parte delle istituzioni e delle imprese. «Così come penso - aggiunge Molinari - che la scelta del percorso universitario debba andare incontro a ciò che piace e non a statistiche e proiezioni che lasciano il tempo che trovano. Sappiamo tutti che il mercato del lavoro è in continuo e rapido mutamento quindi, nel corso di 3 o 5 anni, le cose possono cambiare in modo anche radicale».
Ma non solo. «Quello che fatico a comprendere è il legame che si vuole creare fra le esigenze del mercato del lavoro e la scelta del percorso di studi superiori: se il mercato vuole A ed i ragazzi scelgono B o C, non c’è da stupirsi. Il mercato andrà a prendere A da altre province. Credo sia una questione molto semplice».
Anche questa ipotesi non coincide con il punto di vista delle imprese, che hanno evidenziato nei giorni scorsi la cronica mancanza di meccanici e tecnici in provincia di Sondrio (persino negli anni della crisi) e la presenza dello stesso problema anche nelle province confinanti. «Secondariamente voglio fare un’altra precisazione - prosegue Molinari -: ammesso e non concesso che le iscrizioni debbano tener conto delle richieste del mercato locale, vorrei capire come mai, dall’anno scolastico 2015/16, sul corso che stiamo esaminando, abbiamo avuto un numero di iscritti di 7, 8, 9, massimo 15 unità».
L’ufficio sottolinea di non avere mai autorizzato classi con numeri inferiori a 15 studenti, ma le classi sono sempre partite per scelta della scuola ad invarianza di organico, con il solo supporto di alcune ore concesse dall’Ust. «Ma forse questo problema non poteva essere posto all’attenzione dei miei predecessori già nel 2015?», prosegue il dirigente.
Le associazioni delle imprese e le istituzioni - alcuni Comuni e la Comunità montana - hanno auspicato la convocazione di un tavolo su questa tematica.
«Io sono disponibile a lavorare con qualunque tavolo si voglia costituire, tuttavia il clamore mediatico suscitato da questo calo di iscrizioni mi è parso del tutto tardivo e, per quel che posso pensare, anche immotivato - precisa Molinari -. Lo stesso indirizzo, all’Istituto “Pinchetti” di Tirano, ha avuto 16 iscritti e quindi avrà una classe prima. Forse, la spiegazione più semplice è che i ragazzi di quella zona siano stati attratti dal percorso e quelli di Chiavenna no. Non starei a psicanalizzare troppo un fenomeno che, come ho detto prima, ha molti aspetti di carattere puramente soggettivo. Si cerchi di fare orientamento al meglio possibile e poi si prenda consapevolezza del risultato».
Nel dibattito delle scorse settimane è emersa la necessità, sempre secondo le imprese, di una programmazione attenta dei corsi sul territorio provinciale. «Credo che non manchi assolutamente una visione ampia o una regia territoriale riguardo agli indirizzi di studio - mi sentirei anche legittimamente offeso se questa affermazione riguardasse anche il lavoro del mio Ufficio e dei miei collaboratori -, ma semplicemente gli studenti, ogni anno, vanno dove pensano di trovarsi bene, dove vanno alcuni loro compagni, dove credono di potersi realizzare. Con buona pace di tutti. Quindi, rubando un’espressione all’amato Pirandello, direi che si è fatto “molto rumore per nulla”. La scuola della provincia di Sondrio gode di buona salute e stiamo lavorando perché stia ancora meglio».
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