Calcio Lecco: la sfida col Trento sarà un banco di prova

Riproposto il 3-4-3 che si è dimostrato vincente sia contro la Dolomiti Bellunesi che contro l’Inter U23, ma questa volta facendo leva sulla difesa

Lecco

Una settimana vissuta con intensità. Come sempre capita da quando in panchina c’è mister Federico Valente. E con una certezza: con il Trento sarà riproposto il 3-4-3 che si è dimostrato vincente sia contro la Dolomiti Bellunesi che contro l’Inter U23. Ma, diversamente da quel che si potrebbe pensare, sarà un 3-4-3 che farà leva sulla difesa più che sull’attacco.

Se il Trento dell’ex Luca Tabbiani punterà su un 4-3-3 che potrebbe vedere protagonista l’ex Mattia Sangalli a centrocampo, il Lecco di mister Valente farà perno su Gregorio Tanco. Tre partite da centrale difensivo e un solo gol subito: quello, per gran parte sua responsabilità, di Trieste. Dopo quell’errore è come se l’italo-argentino si fosse arrabbiato con sé stesso e avesse deciso di non arrendersi più. Quasi perfetto sia contro la Dolomiti che contro l’Inter U23, insieme a Matteo Battistini, braccetto destro. Manuel Ferrini, invece, contro la velocità di Kamate (che andava il doppio), contro l’Inter U23 ha fatto un po’ di fatica, ma tutto sommato se l’è cavata. Fatto sta che in due partite zero gol subìti e quattro fatti. Sarà un caso? Fedele pensa di no.

Ma se si pensasse che il Lecco è primo o non ha subito reti avversarie perché la sua difesa è impermeabile, si correrebbe un grosso errore. Il Lecco si sta difendendo bene perché, paradossalmente, Sipos, Galeandro e Furrer fanno i centrocampisti aggiunti. Quando la squadra avversaria attacca, spesso si abbassano fino alla mediana. Come se il Lecco giocasse, in non possesso, con un 3-6-1: in verità anche Sipos spesso si abbassa fino a rincorrere il portatore di palla avversario, il che rende complicato il compito degli avanti avversari.

Unico contraltare è il fatto che, una volta superata la prima linea, gli avversari si trovano spesso uno contro uno con la difesa a tre bluceleste, il che mette in difficoltà i blucelesti. In pratica, cioè, per l’avversario è difficile impostare dal basso, smarcarsi nella tre quarti bluceleste. Il Lecco tiene tutti lontani dalla propria area grazie all’impegno profuso da centrocampisti e attaccanti. Ma se riesce a superarli, poi, sono guai. Non fa densità in area di rigore (se non, naturalmente, sulle palle inattive), ma davanti. Non si «porta il nemico in casa», per intenderci. O, almeno, prova a non farlo.

Ma se poi la prima linea di difesa (ovvero l’attacco bluceleste) viene superata, allora tutto diventa più difficile. Il che rende, di converso, il Lecco più vulnerabile soprattutto quando commette errori in uscita (visto che quando ha la palla tra i piedi cerca sempre la verticalizzazione, la profondità, con tre attaccanti che «scappano» in avanti). L’Inter U23 ha rischiato di segnare con l’ex Zuberek quando il centrocampo ha perso palla in uscita. E così è stato contro l’Ospitaletto alla prima e in Coppa.

In fondo, a difesa schierata (in pratica tutta la squadra partecipa a questa fase), il Lecco è difficilmente superabile. Ma essendo come una fisarmonica, pronta a stringersi e allargarsi di colpo, se l’avversario ruba palla nella transizione, diventa vulnerabile.

Perché questa analisi? Perché il Trento è proprio così: capace di rubare palla nelle transizioni e buttarsi subito in avanti. Ovvero molto temibile in attacco, meno solido – per ora – in difesa. Eppure c’è da preoccuparsi perché il Lecco davanti ha fatto bene, ma fa comunque fatica a trovare il gol in rapporto alle occasioni che riesce a costruire. E contro il Trento potrebbe doverle sfruttare al meglio appena le capiteranno. Perché il Trento non è come le avversarie finora incontrate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA