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Giovedì 06 Novembre 2025
Calcio Lecco, il Comune disponibile a rivedere la convenzione del Rigamonti-Ceppi
Dopo le tensioni, l’Amministrazione si dice pronta a discutere una nuova convenzione con il club di via don Pozzi e a valutare aiuti economici per interventi urgenti
Lecco
Alla veemente reazione del presidente della società Calcio Lecco 1912 Aniello Aliberti - in merito alle dichiarazioni di risposta del Comune di Lecco ai contenuti della sua conferenza stampa di martedì scorso – oggi, intorno alle 17, è arrivata una risposta «conciliante» dell’assessore allo Sport del Comune di Lecco, Emanuele Torri.
In una video-nota, l’amministratore ha aggiunto (testuale): «Volevo ribadire che in questo momento lo strumento che regola i rapporti tra la Calcio Lecco e l’Amministrazione comunale (di Lecco, ndr) è una convenzione che è stata sottoscritta nel 2007 e rinnovata nel 2018. Questa convenzione prevede che i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria siano a carico della Calcio Lecco». La prima convenzione a cui l’assessore fa riferimento, fu a suo tempo concordata – nel 2007 - con la proprietà Riva-Fiori-Romano, all’indomani della promozione del Lecco in serie C1 (allora terza serie); ed inserita in un contesto di ristrutturazione radicale dello stadio «Rigamonti-Ceppi» che fu dotato di posti a sedere (ma senza «sedute» in plastica; solo molto dopo rese obbligatorie), in luogo di posti in piedi; mantenendo la capienza della struttura invariata a 4.977 posti complessivi. La successiva convenzione, indicata nella dichiarazione da Torri è invece quella concordata con la proprietà Di Nunno, all’epoca da pochi mesi (dal luglio 2017) insediatasi al vertice del sodalizio lecchese; dopo il fallimento – senza radiazione dai ranghi federali – avvenuto nel dicembre 2016 e seguito da un periodo di circa 6 mesi di amministrazione controllata (con la squadra che si salvava in extremis dalla retrocessione in Eccellenza). Insomma: convenzioni stipulate in «epoche calcistiche» e di conseguente utilizzo della struttura-stadio, decisamente diverse.
Conclude la breve nota dell’assessore: «Comprendiamo benissimo le esigenze di intervenire su questo stadio, che è comunque un patrimonio della città e siamo disponibili, come abbiamo fatto anche nelle ultime settimane, a dialogare con la società, per cercare di riscrivere questa convenzione e di stabilire la corretta via attraverso la quale l’Amministrazione comunale può anche contribuire economicamente alle priorità che, insieme alla società, individueremo per migliorare il nostro stadio. Ovviamente ribadisco a nome dell’amministrazione la piena disponibilità a proseguire su questa strada». In sintesi, il messaggio può essere interpretato come un: «Torniamo a sederci attorno ad un tavolo. Riconosciamo che quella convenzione è obsoleta ed anacronistica: ridiscutiamola...».
Resta da capire ora quanto Aniello Aliberti avrà voglia di farlo, dopo – a suo dire – aver perso ore ed ore in altre riunioni, incontri e discussioni, anche solo per farsi riconoscere il diritto di vedersi rinnovare almeno il generatore per l’illuminazione dello stadio, un generatore di corrente nuovo, non inquinante e soprattutto non a rischio-blackout. In via Don Pozzi c’è poca voglia di (ri)parlare, solo bisogno di fatti concreti.
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