Lecco, pari e rimpianti. A Trieste finisce 1-1

Pareggio positivo e che muove la classifica, ma l’impressione è chiaramente quella dell’occasione persa per i blucelesti. E il tabu delle trasferte rimane.

Lecco

Pareggio positivo e che muove la classifica, ma l’impressione è chiaramente quella dell’occasione persa. E il tabu delle trasferte rimane. Andare in vantaggio a meno di mezz’ora dalla fine, quando si è in controllo, e poi prendere gol davvero in modo elementare, è una cosa che nessuna squadra si può permettere. Tantomeno un Lecco che fa una fatica del diavolo a rendersi pericoloso. Quando fa gol dovrebbe metterlo in cassaforte, invece nel finale rischia anche di prendere il gol dello svantaggio soprattutto perché subisce una serie infinita di calci d’angolo, sempre pericolosi. Se poi si considera che la Triestina è un cantiere, che soffre dentro e fuori dal campo, che non aveva tifosi e via dicendo, si capisce come il rammarico è ancora più forte.

La cronaca. Lecco che scende in campo con un’unica, ma clamorosa, novità: Tanco al posto di Marrone. Ma non è il cambio uomo-uomo a stupire, bensì il fatto che Battistini venga tenuto sulla destra e Tanco faccia il centrale. Certo, se Tanco non può fare il braccetto destro, è logico che Battistini si debba sacrificare, ma sempre di sacrificio stiamo parlando. E si vede. L’unica fascia sulla quale il Lecco soffre (ma l’ex Ionita ha un ruolo in questo), è proprio quella destra. Per il resto appare evidente l’assenza di un attaccante accanto a Sipos. Furrer sta crescendo ed è “dati alla mano” (per citare Valente), velocissimo. Però spesso si dimentica il pallone per strada. Non è negativo, anzi, ma non appare una punta che possa dare una mano all’isolatissimo Sipos. Meglio Galeandro, in questo senso, ma nel 4-3-2-1 “Gale” non ci sta. Questo al di là di ogni valutazione sul risultato.

Soporifera la prima frazione di gioco. E dire che il Lecco aveva cominciato bene con un angolo e poi al 6’ con un tiraccio da lontano di esterno destro che era andato vicinissimo al palo sinistro di Matosevic. Un bel biglietto da visita per lo svizzero. Ma poi poco di tutto: al 14’ il cross dalla sinistra di Vertainen e Furlan che smanaccia in angolo. Ma niente di più. Un colpo di testa di Battistini senza pericoli per Matosevic al 20’, un colpo di testa di Kosier fuori di poco, sempre su azione d’angolo allo scadere. Troppo poco per deliziare i 300 spettatori circa del Nereo Rocco, di cui quasi 200 da Lecco. Da citare la solita sceneggiata targata Football Video Support. Oramai si è capito: appena si può, uno ci prova. È netto il colpo di petto di Tanco in area, ma mister Marino ci prova. Perché non farlo? L’arbitro esordiente, Aloise, non abbocca. Però l’impressione è che Marino ci abbia provato sperando nell’errore arbitrale. O, meglio, che ci abbiano provato i suoi giocatori che, in campo, lo hanno quasi costretto a giocarsi la prima “card”. D’altronde se c’è la possibilità, la si sfrutta.

Nella ripresa la Triestina per dieci minuti fa molto bene, poi esce il Lecco. Così dopo qualche calcio d’angolo, sempre pericoloso, degli alabardati, arrivano un paio di giocate del Lecco che fanno capire che i tempi sono maturi. Così al 18’ su azione d’angolo, Kritta prende palla al limite propone un tiro a giro velenoso, Matusevic para, ma Battistini è lì e la serve facile per Ferrini che insacca da due passi. Molto bello. Però il Lecco commette un errore già visto con l’Ospitaletto: si tira indietro e lo fa male. Al 25’ azione dalla sinistra, con Battistini in difficoltà su quella fascia, e D’Urso guadagna palla in area e si gira su Tanco con troppa facilità. C’è anche il tocco di Tanco a eludere Furlan, ma l’errore difensivo dell’argentino è evidente. Al 33’ arriva il palo di Zanellato ma ad azione già ferma. Si va al finale con una serie infinita di calci d’angolo alabardati e una bella discesa di Rizzo alla mezz’ora. Niente di che. Un vero peccato.

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