«Imponente colata di detriti». La val Zebrù resta ancora chiusa

Dopo il distacco di materiale in seguito al temporale fra venerdì e sabato Oggi sopralluogo per una prima conta dei danni Sbarrato il torrente, si è formato un piccolo lago

Ingenti i danni causati alla viabilità ed all’ambiente in val Zebrù, in Alta Valfurva, a seguito delle violente precipitazioni cadute nella notte tra venerdì e sabato, danni dei quali si avrà una conta più precisa stamattina dopo i sopralluoghi sul posto da parte dei tecnici.

Previsto, come ci ha anticipato il sindaco Luca Bellotti, anche l’arrivo dei responsabili dell’ Utr (Uffici territoriali regionale) e, con molta probabilità, sarà dato avvio immediato ai lavori. Una situazione difficile quella determinatasi in una delle vallate più gettonate dell’intero comprensorio, meta privilegiata di escursionisti a piedi o in mountain bike.

Un dissesto che ha interessato in particolar modo la località “Ponte dei Cantonecc” . Per questo, come recita il provvedimento a firma del primo cittadino, sino a nuova disposizione (al momento è difficile formulare ipotesi e tempistiche ndr) rimane interdetto il transito veicolare e pedonale lungo la val Zebrù. A fare una prima conta dei danni, ieri, ci ha pensato l’esperto Giuseppe Cola, profondo conoscitore delle montagne ed in particolar modo di quelle della sua Valfurva.

I dissesti maggiori si registrano «lungo l’asta torrentizia del vallone di Uzza, altra zona danneggiata dalla forte pioggia - ha commentato - in cui un imponente “debris flow” (colata detritica) ha trascinato a valle imponenti quantità di detriti e massi ciclopici. Un fenomeno analogo si è verificato in val Zebrù. Dai canaloni e vallecole che solcano il versante destro orografico si sono precipitati imponenti debris flow, in particolare a Valle di Sébrù da Fóra, presso al Pónt da Cantónécć, con sbarramento del corso del Rin Da Sébrù e formazione di un piccolo lago a monte. Un tratto di un centinaio di metri della strada di fondovalle è stata cancellata». Ma non è tutto. Cola ha evidenziato come «in taluni punti la forte erosione ha determinato la formazione di piccole frane per scalzamento alla base, materiale che si è aggiunto alla colata rendendola ancora più distruttiva. In taluni punti ha raggiunto un’altezza di 6-8 metri». D. Gur.

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