Ripp è salvo: dopo 48 ore di ricerche trovato il cane disperso in Val Grosina

Era rimasto bloccato su una parete rocciosa in alta Valgrosina nella zona di Biancadino a oltre 2.500 metri di quota

Grosio

Straordinario salvataggio di un cane che era rimasto bloccato su una parete rocciosa in alta Valgrosina nella zona di Biancadino ad oltre 2500 metri di quota ed è rimasto prigioniero lassù per oltre 48 ore fino all’arrivo dei soccorritori perché da solo gli sarebbe stato impossibile mettersi in salvo .

Ripp, segugio di due anni che il proprietario sta addestrando per poi partecipare alle gare da lavoro su seguita per scovo alla lepre, mercoledì mattina era impegnato in Valgrosina nella zona di Ortesedo a quota 1600 metri. Un giro in montagna come tante altre volte che ha però rischiato di rivelarsi fatale. Ad un certo punto, probabilmente fiutando un ungulato, è scomparso dallo sguardo del proprietario, un esperto cacciatore grosino che conosce come le sue tasche l’intera vallata.

Dai 1600 metri di Ortesedo il cane è arrivato agli oltre 2500 di Biancadino, a dimostrazione di quanta strada siano in grado di percorrere quando stanno cacciando. « Solamente grazie al collarino satellitare sono stato in grado di determinare la posizione-rivela il proprietario». Ma il classico richiamo orale per far ritornare il cane questa volta non è valso a nulla.

Una volta resosi conto che il cane era probabilmente finito in qualche zona pericolosa nella quale neppure li sarebbe stato in grado di liberarlo il proprietario si è rivolto alla guida alpina grosina Giuliano Bordoni. « Giovedì non siamo potuti intervenire ed in quota ha nevicato- racconta Bordoni-. Quando venerdì mattina mi sono recato in Biancadino ho trovato 20 centimetri di neve. Non è stato semplice individuare la zona dove il cane si era rifugiato perché spaventato e stanco non aveva più la forza di abbaiare. Inizialmente si pensava verso il Sasso Campana, invece era al Farinaccio. Dopo una perlustrazione di un’ora e mezza nella quale mi sono arrampicato su roccia, avevo perso la speranza di poterlo recuperare, ma ad un certo punto, alzando gli occhi mentre stavo arrampicando, una quarantina di metri sopra la mia testa ho scorto il cane che si era rifugiato in uno spazio angusto. Era impossibile poterlo raggiungere perché avevo una roccia a picco da scalare e avrei avuto bisogno di un collega che mi facesse sicurezza per salire dal basso ed anche scendere dall’alto era complesso. Dopo aver verificato la difficoltà nel poter intervenire via terra in giornata, non c’è stata altra soluzione che chiamare il 112 ed è arrivato l’elicottero dei vigili del fuoco di Varese da Malpensa. L’alternativa sarebbe stata quella di far trascorrere un’altra notte all’addiaccio al cane e tentare di raggiungerlo il venerdì mattina ».

Una volta sul posto i vigili del fuoco si sono calati col verricello e dopo aver messo la museruola al cane, che era comunque docile, e averlo imbragato sono risaliti restituendolo al proprietario. «Sono incredulo e felice- racconta il cacciatore-. Dopo due giorni trascorsi fuori temevo per le sorti di Ripp, ma è riuscito a trovare un rifugio e a proteggersi dalle intemperie. Ero veramente disperato perché è davvero un gioiello. Certo dovrò educarlo ancora perché deve perdere il vizio di seguire la scia degli ungulati se vuole diventare un bravo cane da seguita su lepre. Non riesco davvero a capire come abbia potuto raggiungere una zona tanto impervia, quasi fosse stato in grado di arrampicare. Probabilmente l’adrenalina dell’inseguimento gli ha fatto fare qualcosa di straordinario. Ringrazio la guida alpina Giuliano Bordoni ed i vigili del fuoco per tutto quello che hanno fatto per il mio Ripp».

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