Sci, uno sciopero mette a rischio i collaudi sui nuovi impianti

ProblemiAd Aprica si attende il via libera alla seggiovia, in Valmalenco alla funivia e anche a Pescegallo I tempi potrebbero allungarsi per uno sciopero nell’agenzia pubblica che si occupa delle verifiche

La stagione dello sci è appena partita e depone al meglio per voglia degli appassionati di mettersi in pista, ma c’è una spada di Damocle che pende sulle teste degli impiantisti di casa nostra - e non solo - rimasti in attesa dei collaudi delle loro infrastrutture.

Ed è rappresentata dall’agitazione sindacale indetta venerdì dai rappresentanti della Funzione pubblica nazionale di Cgil, Cisl e Uil, della Federazione italiana trasporti della Cisl e della Uil, unitamente ad altre sigle sindacali, con riguardo al personale dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali, nella quale recentemente è confluito anche tutto il personale dell’ex Ustif, l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi che si è sempre occupato dei controlli e dei collaudi degli impianti di risalita fra sciovie, seggiovie e funivie.

Prolungamento

L’agitazione sindacale è indetta a partire dal 12 dicembre, per cui agli impiantisti di casa nostra in attesa dei collaudi già tremano le vene ai polsi perché, a questo punto, non temono tanto di non aprire o di aprire a metà solo a Sant’Ambrogio, ma hanno forti preoccupazioni anche per il prosieguo della stagione e, in particolare, per le vacanze di Natale.

«Siamo preoccupatissimi - attacca Domenico Cioccarelli, presidente della Sita di Aprica - perché aprire a Sant'Ambrogio solo la parte alta del Palabione e del Baradello, con tutta la Magnolta chiusa, è già un grosso problema, ma pensare di rimanere in queste condizioni per più giorni, magari anche sotto le vacanze natalizie, sarebbe un disastro. Prego veramente i nostri politici, le istituzioni, il ministero dei Trasporti e il Governo di mettere mano a questa faccenda e cercare una soluzione, perché la situazione per il nostro settore è già difficilissima e se poi dobbiamo anche rimanere chiusi per motivi tecnici, allora possiamo alzare bandiera bianca».

Cosa che Cioccarelli non vuole e non può fare, perché tenere tutta la Magnolta chiusa, in quanto servita dalla nuovissima seggiovia quadriposto della Piana dei Galli, pronta dal 28 novembre scorso, sottoposta a precollaudo dei tecnici di Sita, ma in attesa del collaudo ministeriale, significa procurare un danno enorme alla stazione. Significa tagliare fuori tutta la Magnolta.

E lo stesso dicasi per la Snow Eagle, la funivia che in Valmalenco porta gli sciatori al Palù, sottoposta a manutenzione straordinaria ventennale nella scorsa primavera-estate, oggi pronta, ma anche lei in attesa del collaudo. Qui, come noto, gli impianti apriranno mercoledì senza la funivia, e si salirà da San Giuseppe.

«I nostri addetti hanno lavorato incessantemente dal 1° maggio in avanti - assicura Franco Vismara, ad della Fab - sabati, domeniche e Ferragosto compresi, per terminare in tempo utile tutte le operazioni. La funivia si può dire nuova di zecca, ormai precollaudata, ma necessita dell’ok ufficiale dell’ex Ustif. E sul più bello cosa succede? Che ci arriva una bella agitazione sindacale, e così tutto il comparto dello sci si ferma. Sul più bello, ovvio. Non so, non ho parole. Capisco i problemi dei lavoratori, per carità, ma così si blocca tutto un settore e l’economia che ci gira intorno. Spero che nella riunione indetta al ministero martedì si possa trovare una quadra e si rimpolpino le file dell’Agenzia preposta ai collaudi».

La questione

Che, secondo le parti sindacali, è al collasso perché ha a disposizione meno di 300 persone in tutta Italia, le quali devono occuparsi della sicurezza di strade, autostrade, gallerie, ferrovie, metro, impianti di risalita, ascensori e scale mobili di tutto il paese. Una mole di lavoro cui, dicono i sindacati, non riescono più a fare fronte.

«Tutto si può comprendere, ma non possono farne le spese gli impiantisti - dice Pierpaolo Giuppani, direttore d’esercizio del 90% degli impianti di casa nostra e rappresentante tecnico di Anef -. Sono più di dieci gli impianti in attesa di collaudo in Lombardia, che poi servono maxi aree, come è il caso della Magnolta».

O anche piccole aree: è infatti bloccata l’attività anche a Pescegallo, la cui seggiovia, pure rimessa a nuovo, attende i tecnici ministeriali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA