Confindustria Lecco sta con la Cgil

«Serve rispetto e correttezza»

Sulla vertenza Trafilerie Brambilla interviene via Caprera

Maggi: «Spero che nella trattativa si recuperi un dialogo»

LECCO

Trafilerie del Lario in liquidazione, così non si fa. Dopo la puntualizzazione di Wolfango Pirelli (segretario generale della Cgil), anche Confindustria Lecco - pur con cautela e nel rispetto delle singole posizioni e competenze - prende le distanze da richieste e comportamenti tenuti nella trattativa sindacale dall’imprenditore turco interessato ad acquisire la società calolziese.

In una nota, l’associazione di via Caprera premette: «Nel contesto economico complesso che tutti conosciamo, fra i casi di imprese del nostro territorio che stanno vivendo momenti di difficoltà c’è anche quello delle ex Trafilerie Brambilla, oggi Trafilerie del Lario in liquidazione per la quale è in corso la cessione ad una realtà turca».

Dopo l’inquadramento nel contesto economico, Giovanni Maggi (presidente di Confindustria Lecco) sottolinea: «La vicenda nei suoi contorni generali è nota - commenta Maggi - per cui non mi dilungherò nel tracciarne i dettagli, ma sottolineo, come peraltro si evince dalle dichiarazioni del segretario generale di Cgil Lecco Wolfango Pirelli, riportate dalle pagine de La Provincia, che esiste una differenza fra l’impronta che è stata data alla gestione di questa vicenda e quanto è stato fatto in passato per casi più o meno analoghi dei quali ci siamo occupati».

Giulio Sitori, direttore di via Caprera ricorda e aggiunge: «Confindustria Lecco ha sempre gestito situazioni anche di grande difficoltà trovando accordi che hanno generalmente e pienamente soddisfatto le aspettative delle imprese, ma con la correttezza che deve sempre assolutamente essere sottesa ai rapporti fra le parti, pur nella grande diversità di vedute».

Maggi ribadisce: «Per il ruolo che ricopro in associazione, ma anche come privato cittadino, penso che alcuni atteggiamenti siano inaccettabili soprattutto quando sono in gioco i destini delle persone. Capisco - evidenzia il numero uno di Confindustria - che attori esterni e a maggior ragione se provenienti da altri Paesi possano abitualmente agire secondo dinamiche diverse dalle nostre, tuttavia anche a loro sono richiesti correttezza e rispetto verso i lavoratori, le parti sociali e il territorio. Non entro nel merito specifico delle scelte, perché sappiamo tutti che a volte gli imprenditori sono chiamati loro malgrado a decisioni dolorose per il bene dell’impresa, ma non ritengo condivisibile il metodo e confido che per il proseguo della vicenda si sappia dare alle trattative una impronta di maggior dialogo e rispetto, pur tenendo ferma la barra sulle strategie necessarie per salvaguardare le attività dell’azienda», conclude Giovanni Maggi.

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