
Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 25 Giugno 2013
Don Valerio Modenesi
Mezzo secolo da sacerdote
La riflessione di monsignor Modenesi si è conclusa con l’augurio per ciascuno dei presenti di vivere la gioia del Signore
Una collegiata affollata ha fatto da cornice, nella mattinata di domenica, alla celebrazione per il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di monsignor Valerio Modenesi. Lo stesso arciprete emerito si è detto impressionato per una chiesa così gremita di tanti fedeli radunati per ricordare il giorno più importante della sua vita, il lontano 23 giugno 1963, quando fu consacrato presbitero dall’allora vescovo di Como monsignor Felice Bonomini.
«Noi siamo, in questo momento, una sinfonia di volti e di colori, di esperienze e di vocazioni – ha affermato monsignor Modenesi nell’omelia –. Ciascuno di noi è unico, eppure siamo assieme. Queste mura che ci raccolgono sono come un grembo che ci fa uno e se ci chiediamo chi ci ha condotti qui, la risposta ci viene da san Paolo: è Cristo che ci ha fatti uno». Quindi il sacerdote, arciprete di Sondrio dal 2003 al 2010, ha guidato i presenti a riflettere su chi sia Gesù per ciascuno. «Cosa c’entra – ha aggiunto – con la mia vita concreta, quotidiana? Vorrei dirvi oggi, dopo cinquant’anni che sono prete, chi è Gesù per me. Di lui mi sono innamorato da giovane e ancora continuo a tenere lo sguardo fisso su di lui».
Monsignor Modenesi ha poi ricordato le parole utilizzate dal beato Giovanni Paolo II, in occasione del suo cinquantesimo di ordinazione nel 1996, per descrivere il sacerdozio come «dono e mistero».
«Il sacerdozio – ha proseguito – è dono, un uomo viene preso tra tutti gli altri, ma è mistero perché quell’uomo è chiamato ad entrare in una realtà più grande di lui». Quindi non è mancata una confidenza: «Un amico, prossimo ai cinquant’anni di matrimonio, – ha raccontato – mi ha chiesto se farei ancora il prete con quello che si è visto nella Chiesa. Io ho risposto di sì, come il mio amico ancora sposerebbe sua moglie. Io oggi riassumo il mio essere prete dicendo che tutto è grazia: il cuore che si dilata per amare, la misericordia che invoco. Se qualcuno che non è qui presente vi chiedesse cosa ha detto oggi don Valerio, voi dite che tutto è grazia».
La riflessione di monsignor Modenesi si è conclusa con l’augurio per ciascuno dei presenti di vivere la gioia del Signore. Un augurio rivolto in particolare a don Stefano Arcara, che ha concelebrato la Messa solenne e che da pochi giorni ha ricordato il decimo anniversario di ordinazione. Poi un ricordo anche per l’attuale arciprete, monsignor Marco Zubiani, che ha voluto la celebrazione di domenica e che proprio ieri ha ricordato 35 anni di ordinazione, come pure per don Silverio Raschetti, che al traguardo dei cinquant’anni di sacerdozio arriverà il prossimo anno. Anche i vicari parrocchiali don Ferruccio Citterio, coi sui 21 anni di sacerdozio, e don Roberto Secchi, prete da 7 anni, sono stati ricordati, assieme a don Michele Parolini, che dopo 6 anni di ministero giungerà in città nei prossimi mesi. Al termine della celebrazione, la festa per don Valerio è proseguita con un aperitivo in arcipretura, mentre domenica sera, all’oratorio Sacro Cuore, è stato messo in scena uno spettacolo dialettale.
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