Il cardinale Ravasi racconta Prevost:
«La sua umanità forte e delicata»

Lecco

Già prima dell’elezione a Papa di Robert Francis Prevost, il Cardinal Gianfranco Ravasi aveva pronosticato il suo nome tra quelli papabili, dopo la fumata bianca. L’ha fatto in diretta su Sky TG24, rete televisiva su cui ha commentato i momenti precedenti e successivi alla presentazione del nuovo Papa Leone XIV. «Credo che sia veramente una scelta molto felice per la continuità con Papa Francesco ha dichiarato Ravasi - Prevost è una persona di grande dolcezza. Non è spigoloso, ama il dialogo, e la semplicità soprattutto. La mia conoscenza con lui è avvenuta in questi anni di permanenza a Roma. Tra l’altro, parla già un ottimo italiano».

Ravasi ha poi tracciato un profilo di Prevost: «Penso a questa sua capacità di amare molto di più l’incontro immediato. È una persona che non cerca mai lo scontro, ma eventualmente il confronto. È delicato, e molto sensibile. L’ultima volta che abbiamo attraversato Piazza San Pietro insieme, gli ho regalato anche un libro in inglese, di Chesterton, che lui non possedeva e non aveva mai letto. E sarà pronto ad accogliere soprattutto il tema della pace, utilizzata anche come prima parola» La semplicità di Prevost si riflette anche nelle sue parole. «Lui è sempre stato abituato a parlare semplicemente, anche nella diocesi di Chiclayo in Perù. Dopo la grande esperienza di Francesco, un Papa che continua con uno stile molto morbido, non immediato, ma più semplice, sarà importante. Rispetto a Bergoglio, lui lo sarà molto più discreto».

Per il Cardinal Ravasi, Leone XIV opererà in grande continuità con Bergoglio. «La sua filigrana è quella di Papa Francesco, indubbiamente, ma lo si diceva anche quando emergeva il suo nome durante i nostri incontri e congregazioni. Una continuità con una sua originalità, anche per l’esperienza che ha avuto con i vescovi, perché questo è molto importante. Sarà un pastore che curerà i pastori».

«Ha voluto un intrecciare tutti i fili in una trama proprio abbastanza essenziale - ha dichiarato ancora Ravasi dopo aver ascoltato le prime parole del nuovo Papa - in modo tale da avere anche tutto il profilo di Papa Francesco, e avere anche tutte le questioni teologiche fondamentali: l’amore di Dio, per esempio, il non aver paura, la fiducia, e quindi la fede, e poi direi in ultima analisi anche il fatto dell’aver scelto di fare un discorso vero e proprio, e non soltanto un saluto». E non è passato inosservato il foglio da cui Leone XIV ha letto il suo discorso. «Di solito il Papa in queste occasioni improvvisa. Lui invece aveva preparato un testo, il che vuol dire che è stato quasi un discorso programmatico. E come dicevamo prima, è proprio i fili, i fili sono quelli che lo collegano a Papa Francesco. Anche aver voluto usare lo spagnolo significa avere uno sguardo fuori dall’orizzonte immediato. E credo che anche gli elettori abbiano voluto scegliere questa continuità, in un arco di tempo così breve».

Il primo giudizio di Ravasi è estremamente positivo: «Credo che sia una delle migliori figure che si potessero scegliere. È il Papa giusto per la sua forte umanità. Non accesa, come quella di Francesco, ma più delicata. Sarò ben felice di essere uno dei suoi collaboratori, anche se in questa nuova posizione di responsabile del Cortile dei Gentili, e del dialogo tra credenti e non credentiSpero già domani, di poterlo incontrare, con tutti gli altri cardinali non elettori».

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