Immigrazione di massa

La Svizzera dice no

Saranno stabiliti i contingenti per i lavoratori stranieri, numeri calcolati sui bisogni dell’economia

Secondo i sindacati non ci saranno problemi per i frontalieri: «Manodopera italiana fondamentale»

Sondrio

La Svizzera dice no all’immigrazione di massa, ma il risultato del referendum di ieri secondo le previsioni dei sindacati, non dovrebbe comportare problemi per i frontalieri. Sia a livello federale, sia nei Cantoni che accolgono tutte le mattine i lavoratori valtellinesi e valchiavennaschi.

L’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” stabilisce che entro tre anni la Confederazione elvetica dovrà fissare dei tetti massimi per i permessi di dimora e i contingenti annuali per tutti gli stranieri, calcolati in funzione dei bisogni dell’economia del Paese. Sul mercato del lavoro, come tra l’altro avviene da tempo al di là delle leggi, la preferenza dovrebbe essere garantita agli svizzeri. Gli accordi internazionali che esprimono indicazioni diverse, a cominciare da quello libera circolazione delle persone con l’Unione europea, dovrebbero essere quindi rinegoziati.

Secondo il presidente del Consiglio sindacale interregionale Ivan Cameroni– sindacalista della Cisl e del Syna - non ci saranno ricadute negative per il frontalierato. «La manodopera italiana è fondamentale in Svizzera, soprattutto nei Grigioni dove sono occupati moltissimi cittadini della provincia di Sondrio. In più occasioni, anche di recente, i datori di lavoro hanno confermato questa necessità. Non credo proprio che ci siano preoccupazioni fondate».

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