Incendio a Gualdera: famiglia salva, ma il tetto è da rifare

Vacanze finite in anticipo per la famiglia di Saronno. Le fiamme hanno divorato il tetto e il piano mansardato

Campodolcino

É finita molto prima del tempo la vacanza della famiglia di Saronno (Varese), proprietaria del piano mansardato andato in fumo nella notte fra giovedì e venerdì a Gualdera bassa. Spaventati, infreddoliti, impregnati di fumo, ma sani e salvi, fortunatamente, padre, madre, i due figli e la nonna, hanno fatto rientro alla loro residenza anche perché il caseggiato di Gualdera nel quale erano soliti trascorrere le vacanze in estate e in inverno è del tutto inagibile.

E lo sono anche i due appartamenti sottostanti, pure di proprietà di due famiglie di Saronno, che, per quest’anno, non potranno salire a Gualdera come erano solite fare. Saliranno, sì, ma per sovrintendere alle operazioni di messa in sicurezza del tetto, completamente bruciato. Si tratta di impermeabilizzarlo provvisoriamente per evitare che l’acqua e la neve la facciano da padrone penetrando in tutto il caseggiato e rovinandolo ulteriormente. I vigili del fuoco si sono trattenuti a lungo, fino a giovedì pomeriggio, per la bonifica dei luoghi, in modo da evitare che qualche focolaio potesse riattivarsi. Non si è provveduto, però, subito, come è giusto che sia, a rivestire la copertura del tetto, operazione che verrà comunque fatta a stretto giro di posta. Un gran danno, con ogni probabilità da imputare al cattivo funzionamento della canna fumaria della stufa presente nei locali mansardati. Un danno contenuto solo grazie alla prontezza di riflessi dell’uomo, il padre dei bambini, che si è svegliato nel sonno ed ha sentito puzza di fumo. Si è alzato e si è accorto che l’appartamento era già invaso dalla cortina di fumo acre, per cui ha svegliato i suoi famigliari e li ha trascinati velocemente giù per le scale per poi chiamare subito i soccorsi. Nel giro di poco le fiamme sono divampate e in un istante hanno iniziato a divorare tutto quanto hanno incontrato sul loro cammino. Il danno maggiore è al tetto, ormai inesistente, così come bruciata è una parte dell’appartamento mansardato. I due appartamenti sottostanti non sono stati interessati direttamente dal rogo, ma, chiaramente, non essendovi più il tetto sopra di loro sono stati dichiarati tutti inagibili. Un gran lavoro quello effettuato dai vigili del fuoco, attivati alle 4.16 di notte e giunti a ridosso della seconda casa non senza fatica, anche catenando, data la presenza di ghiaccio e neve.

Cinque le squadre presenti, dai volontari di Campodolcino ai volontari di Madesimo e Mese, con i permanenti di Mese stessa e di Sondrio giunti in supporto con l’autoscala e il carro aria. Presente anche il sindaco del posto, Enrica Guanella, che non ha dovuto procedere ad evacuazioni di caseggiati vicini perché, comunque, sufficientemente distanti da quello investito dall’incendio. «Un gran danno - dice il sindaco -, ma la cosa importante è che la famiglia si sia salvata. Merito del papà che si è svegliato appena in tempo, altrimenti poteva finire molto peggio».

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