Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 15 Gennaio 2014
Kyenge sulla “Padania”
Scintille in Valtellina
Fa discutere la rubrica del quotidiano leghista - Del Barba, senatore del Pd: «Una intimidazione»
Il collega Crosio: «Parla chi è lontano dalla gente»
«Un atto gravissimo, ai limiti dell’intimidazione». «Parla chi è lontano dalla gente e dai suoi bisogni».
Un caso nel caso. Con scintille valtellinesi. L’iniziativa del quotidiano leghista “La Padania” che da ieri ha inaugurato una rubrica con gli impegni del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge ha provocato un botta e risposta a distanza tra i due senatori valtellinesi del pd, Mauro Del Barba, e del Carroccio Jonny Crosio.
È stato per primo il morbegnese Del Barba ,insieme al collega Roberto Cociancich, a denunciare, bollandola come intimidatoria, l’iniziativa del quotidiano. «La decisione de La Padania di pubblicare questa rubrica fissa è gravissima - sottolineano i due senatori del Pd -, ai limiti dell’intimidazione. Prima di verificare altre strade, chiediamo alla Lega di intervenire sul proprio giornale di partito».
Del Barba e Cociancich chiedono dunque un intervento immediato e deciso del Carroccio. «Le manifestazioni di piazza organizzate, non a caso, a braccetto con Forza Nuova stanno degenerando - sottolineano ancora i parlamentari democratici - Contro il ministro è in atto una polemica che non esistiamo a definire di stampo razzista. Il Pd, come ha recentemente detto il segretario Matteo Renzi, farà di tutto per approvare una legge sullo ius soli».
Una presa di posizione quella del senatore Del Barba a cui ha risposto, a brevissimo giro di posta, il collega valtellinese del Carroccio Jonny Crosio. Che è passato al contrattacco.
«In Valtellina la gente manifesta in piazza contro i furti, organizza le ronde perché non si sente più al sicuro a casa propria, chiede aiuto perché ha perso la tranquillità e Del Barba che fa? Si mobilita per difendere il ministro Kyenge di cui la Padania pubblica gli impegni, ufficiali, peraltro - sottolinea Crosio in una nota -. Il collega senatore, in pochi mesi a Roma, si è già dimenticato dei suoi convalligiani, non ascolta il loro grido di dolore ma preferisce difendere un ministro che ha già schiere di persone al suo fianco».
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