Cronaca
Giovedì 23 Ottobre 2025
La Valletta: sopralluogo fra i resti del monastero ridotto in cenere
Il nucleo investigativo ha passato al setaccio i resti dell’edificio seicentesco divorato dalle fiamme. Individuato il punto da dove è partito l’incendio
Sopralluogo degli uomini del Niat, Nucleo investigativo antincendio territoriale giovedì mattina ai resti del monastero della Bernaga di La Valletta, bruciato nel rogo di sabato 11 ottobre. Gli investigatori dei pompieri sono arrivati attorno alle 9,30 e, dopo avere indossato l’attrezzatura, hanno valicato l’ingresso, sigillato lunedì scorso.
Nel corso delle due ore della loro permanenza tra travi carbonizzate e mura annerite, hanno controllato quanto possibile ma sicuramente non hanno potuto fare tutto quello che si erano prefissati. Una pioggia, prima leggera e poi sempre più insistente, attorno alle 11,30 li ha costretti a sospendere il lavoro e ritornare alla base di Milano. In base a quanto riferito al sindaco Marco Panzeri, che ha raggiunto il monastero per assistere all’intervento degli specialisti del 115, è già stato programmata una seconda uscita. Ritorneranno martedì prossimo, tempo permettendo, per completare il lavoro. Già nella prima fase dei controlli, sembra siano comunque già riusciti a raccogliere elementi che utili a comprendere che cosa abbia innescato il devastante incendio di una decina di giorni fa. «Pare che abbiamo individuato il punto in cui è incominciato l’incendio», ha riferito il sindaco di La Valletta Brianza. Che tuttavia non ha saputo fornire ulteriori dettagli.
In base alle prime notizie, fornite dalle stesse monache romite, si ipotizzava che l’incendio potesse essere stato scatenato da un cortocircuito, partito da una delle cellette al piano superiore, dove le monache dormono. Anche se gravemente danneggiato, il pavimento del piano primo ha resistito. Tra quel che resta, i pompieri potrebbero avere individuato elementi utili a definire con precisioni le cause del rogo che ha danneggiato la struttura che risaliva al 1628 in maniera gravissima, forse irrimediabile. Solo successivamente all’ultimazione dei rilievi, gli uomini del Niat potranno scrivere la loro relazione, e quindi il dissequestro dell’edificio. «A quel punto - continua Panzeri - quindi direi non prima di una quindicina di giorni, il Comune potrà organizzarsi per recuperare tutto quello è sfuggito alle fiamme e che può essere restituito alle monache». Nel frattempo, per le religione è stata trovata una soluzione, anche se temporanea. Lasceranno le strutture di Ponte Lambro e Bosisio Parini, dove avevano trovato riparo nell’immediatezza dell’incendi, per essere accolte nella casa estiva delle suore salina a Cassina Valsassina.
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