Lecco: un edificio a impatto zero

La rivoluzione di Agomir

Inaugurata la sede della ditta costruita con tecniche innovative

Un modello di collaborazione tecnologiche tra Politecnico e imprese

LECCO

La rivoluzione in un immobile. L’edificio che ospita la sede di Agomir - società lecchese di informatica - è innovativo perché costruito per ridurre al minimo, siamo in prossimità dello zero, le emissioni inquinanti.

L’edificio - che si trova in via Toti, una laterale di corso Promessi sposi - è stato inaugurato ieri. A fare gli onori di casa Lorenzo Goretti, presidente di Gr informatica, che ha voluto l’edificio che adotta alcune soluzioni costruttive uniche, almeno in Italia. Un modello non solo costruttivo e tecnologico, ma pure di collaborazione tra l’impresa (l’Agomir) e il Politecnico. L’ha ricordato Emilio Pizzi, preside della scuola di Ingegneria architettura, che si è soffermato sul «circolo virtuoso che si realizza tra la presenza universitaria e il trasferimento di conoscenza e tecnologia alle imprese. E la progettazione e la costruzione di questo edificio ne è testimonianza».

L’idea di questo edificio - come ha rammentato Goretti - è nata dal confronto, poi diventata collaborazione, che lo stesso Goretti ebbe con Ettore Zambelli, professore di Innovazione tecnologica del Politecnico.

Nell’idea di Goretti e del progettista il risultato avrebbe dovuto essere un esempio di architettura d’avanguardia a bassissimo impatto energetico. Ne è nato quindi uno studio di fattibilità per la progettazione di un edificio con i massimi standard di efficienza energetica e comfort ambientale, coordinato dal prof. Zambelli, scomparso nel 2010 a cui l’ing. Goretti ha dedicato l’edificio.

L’intervento architettonico, conclusosi nell’aprile del 2013 e progettato daAiace, società di Ingegneria, rappresenta un esempio tra i primi Nearly Zero Energy Building del Nord Italia.

L’edificio è un condensato di tecnologia e domotica che lo rende auto-sufficiente sotto il profilo energetico.

Una realizzazione che guarda al domani, che guarda ad un Lecco che cresce nell’economia della conoscenza.

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