Lecco. «Jobs act?

Grazie ma non c’è lavoro»

Sergio Piazza, presidente di Ance Lecco: «Il contratto a tutele crescenti sarebbe anche una buona cosa. Peccato però che il 90% delle nostre aziende non assumerebbe neppure se ciò fosse del tutto gratis»

LECCO

«Il jobs act, col contratto a tutele crescenti, è di certo positivo per lo sgravio contributivo accordato alle aziende e avrebbe un effetto notevole in un momento di crescita. Tuttavia – dice il presidente dei costruttori edili di Ance Lecco Sergio Piazza – oggi il 90% delle nostre imprese non assumerebbe nemmeno se ciò fosse del tutto gratis, vista la pressoché totale mancanza di lavoro».

Piazza ironizza ma nemmeno tanto, visto che lo scenario lecchese di settore è quello di un mercato che dal 2008 ad oggi ha dimezzato le compravendite immobiliari e ha visto scendere del 35% la massa salari, con la stessa Cassa Edile in ristrutturazione per il calo di contributi che ne deriva.

La crisi ha cambiato il mercato con la conseguenza di un precariato mai visto prima nell’edilizia, dove «un gran numero di muratori – ci ha detto il segretario generale della Uil Carmelo Orlando – è pagato coi voucher che ora il jobs act ha esteso».

«Il precariato – dice Piazza – è un tema che, essendo legato alla concorrenza sleale, è fortemente all’attenzione di Ance, dove non manchiamo di segnalare agli enti preposti i sospetti di irregolarità. Per chiarire: il tema non riguarda tanto i soliti noti, cioè le imprese conosciute per correttezza, certificazione e buona reputazione quanto tutto quel mondo di imprese spesso improvvisate, che fanno interventi blandi della direzione lavoro». Il precariato in sostanza fiorisce non solo nelle situazioni opache «ma anche – dice Piazza – in una situazione generale in cui, per il prezzo, si è abbassato il livello. E bisogna che l’intero sistema, a partire dalla qualità delle gare di appalto pubbliche, decida a quale livello posizionarsi».

Su dove si posiziona Ance, che di recente ha anche avviato un’azione per promuovere una sorta di “bollino di qualità” per le imprese iscritte, Piazza non ha dubbi: «Il livello può anche essere, come abbiamo scelto al nostro interno, quello alto, con certificazioni che vadano oltre quelle obbligatorie per legge. Ma se poi tale qualità nelle gare non viene richiesta perché a vincere è il minor prezzo con ribassi del 40%, tutto ciò si porta dietro anche il precariato».

«Il jobs act – dice ilsegretario della Cgil, Wolfango Pirelli – peserà parecchio sui lavoratori dell’edilizia e non solo per l’estensione dei voucher. Nel settore il problema vero sta nel fatto che le nuove norme di assunzioni scattano anche in caso di cambio di appalto.

Significa che se fino ad oggi il passaggio da un appalto all’altro prevedeva il trasferimento del lavoratore alle stesse precedenti condizioni, ora che le nuove norme sono estese ai cambi di appalto significa che nel passaggio si provvederà a licenziare e riassumere con il nuovo contratto e con il conseguente regime dei licenziamenti. È evidente – conclude Pirelli – quanto ciò possa incidere in un settore come quello edile».

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