Lucchini, è tornato l’ottimismo
Per il polo di Lecco un’offerta seria

Per Lecco ci sono buone prospettive, ora che il fondo Klesch e Duferco hanno presentato il proprio interesse si fa sempre più concreta l’ipotesi che il laminatoio dell’Arlenico resti legato alla Lucchini

LECCO

Per Lecco ci sono buone prospettive, ora che il fondo Klesch e Duferco hanno presentato il proprio interesse si fa sempre più concreta l’ipotesi che il laminatoio dell’Arlenico Caleotto resti legato alla Lucchini di Piombino, concentrandosi sulla produzione di acciaio destinata al Nord Italia.

Sono giorni molto importanti per il futuro dell’Arlenico Lucchini e per i suoi 90 dipendenti. Infatti entro il 20 gennaio le imprese interessate a comprare la Lucchini dovranno presentare un’offerta. Al momento hanno apertamente manifestato il loro interesse il fondo svizzero Klesch e la cordata italiana composta da Duferco, Feralpi ed Acciaierie Venete, che avevano già espresso una prima manifestazione di interesse, confermata, in questi giorni, con la formalizzazione di un’offerta.

Duferco, numero uno mondiale del trading di acciaio, punta ad acquisire alcune attività di Lucchini, fra le quali anche il laminatoio lecchese che ha ancora un proprio mercato interessante. Antonio Gozzi, amministratore delegato della società con sede in Svizzera, conferma che Duferco fa parte di una cordata, che comprende Acciaierie Venete e Feralpi, interessata ad alcuni asset del gruppo di Piombino: «Siamo molto prudenti - aggiunge Gozzi - E’ una situazione difficile, perché c’è grande sovraccapacità in Europa».

Il ventaglio, però, potrebbe ancora aprirsi.

Perché mancano cinque giorni alla scadenza dei tre bandi per la vendita, pubblicati il 23 dicembre scorso. Uno dei quali, il principale, riguarda gli impianti di Piombino e di Lecco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA