
(Foto di Foto Gianatti)
Ospedale, la commozione
e il ricordo per Munarini
Profonda commozione, martedì mattina, in corsia, in occasione dell’intitolazione del reparto post-operatorio della Chirurgia generale di Sondrio al dottor Gianluca Munarini.
Scomparso a soli 49 anni il 10 maggio scorso, per malattia, il “Muna”, come tutti lo chiamavano in reparto, è rimasto talmente nei cuori di colleghi, amici, pazienti e loro famigliari, da rendere necessario un segno della sua presenza nel reparto in cui è cresciuto professionalmente ed ha sempre operato con immutata dedizione fino alla fine.
Lo stesso reparto in cui, del resto, è rimasto ancorato anche durante il decorso della malattia, scoperta l’11 febbraio del 2011 e con la quale ha convissuto e lottato per più di due anni.
«I colleghi di lavoro del compianto dottor Munarini, medici, infermieri e ausiliari della struttura di Chirurgia di Sondrio - ha detto Maria Beatrice Stasi, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna - mi hanno chiesto di poter dedicare il reparto Post operatorio al loro collega e mi è sembrata un’idea bellissima, ancor più per il fatto che si trattava di un medico molto attivo, disponibile e cresciuto professionalmente proprio dentro l’Aovv».
A ricordarlo, ieri, c’erano proprio tutti. A cominciare dallo storico primario, Giuseppe Marcolli, oggi in pensione, e dall’attuale primario, Pierpaolo Bordoni, che lo aveva preso in carico in veste di tutor al momento del suo ingresso nel reparto dopo la laurea conseguita nel ‘97.
«Ricordo molto bene i primi giorni in cui è entrato in reparto come specializzando - ha detto Pierpaolo Bordoni - . Si è subito distinto per le capacità professionali, per la dedizione al lavoro, per la disponibilità e la sensibilità verso i malati, i famigliari e le persone che incontrava ogni giorno. Poi, il mistero della malattia, del dolore, proprio quello che con tanta sollecitudine e partecipazione aveva cercato di alleviare nei malati. E noi, sgomenti, abbiamo pensato “perché a lui?”. Invece, lui, uomo biblico, servo fedele, non ha mai detto “perché ha me?”. Ha sempre affrontato interventi chirurgici e terapie a volte devastanti, giorno dopo giorno, fino all’ultimo».
Parole che hanno commosso tutti, in un reparto intriso di emozioni. Poi è spuntata Caterina, cinque anni, dolcissima, che, in ricordo dal papà, ha tagliato decisa il nastro inaugurale.
Con lei mamma Gloria Tornadù, zia Sara, i nonni materni Sonia e Luciano e il nonno paterno, Gianluigi, per tutti Gianni, Munarini.
Al fianco della piccola anche il dottor Pierpaolo Bordoni e, poco oltre, don Piero, che ha impartito la benedizione, don Franco e suor Maria. «Presenze cui il “Muna” avrebbe tenuto tantissimo dato il suo profondo cattolicesimo», ha concluso Bordoni. n
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