«Piazza Garibaldi
è il fallimento
di chi ci governa»

Cantù Via il granito, sul crinale è in arrivo l’asfalto Pagani (Pd): «Così si torna indietro di vent’anni» Restelli (Civica): «Uno scandalo i soldi spesi finora»

Cantù

Sono passati vent’anni da quando il Comune disse addio ai pini marittimi, alle auto posteggiate sul crinale, al porfido, puntando sul progetto firmato da Roberto Cremascoli ed Edoardo Belponer per rimettere a nuovo piazza Garibaldi. E oggi ci si arrende al fatto che l’infinita lotta con i lastroni ballerini di granito dell’Adamello non si può vincere.

Questa sera in consiglio comunale all’ordine del giorno c’è l’approvazione del Documento unico di programmazione 2026-2028, che contiene una previsione di spesa da mezzo milione per mettere la parole fine a questa telenovela, arrivando a una soluzione che possa coniugare estetica, funzionalità e sicurezza: che si tratti di asfalto – per quanto pregiato – o di qualche altro materiale.

Un investimento che la piazza stessa potrebbe ripagare, dato che il Comune dovrebbe ancora incassare quasi 700mila euro di risarcimento dall’azienda siciliana che aveva compiuto i lavori (che però nel frattempo è fallita). Ma, appunto, “dovrebbe”: finora si resta in attesa, anche se si insiste e si va avanti, dal punto di vista legale, per dimostrare di avere fatto tutto il possibile, anche di fronte alla Corte dei Conti. Un passo persino ragionevole, dal punto di vista pratico, dopo averle provate tutte: dalla colla al taglio delle lastre.

Il giudizio politico

Ma il giudizio politico, da parte delle opposizioni, è impietoso. «Con questa decisione – dice il capogruppo del Partito Democratico Antonio Pagani – si torna indietro a vent’anni fa, prima degli infiniti cantieri e dei soldi dei canturini spesi in quantità. Senza dubbio, significa ammettere che questo progetto, nato con l’obiettivo di dare un’impostazione diversa alla piazza e togliere traffico, voluto da una maggioranza in continuità politica con quella attuale, è fallito».

Ancora da capire quale sarà la natura dell’intervento, e, continua Pagani «anche se non pretendiamo di avere fin d’ora un progetto, ci piacerebbe sapere cosa intendano fare». E si toglie un sassolino dalla scarpa: «Questo epilogo è significativo, in merito al modo di governare della maggioranza. Perchè, per quanto sia vero che sono passati vent’anni, non si può dire che il progetto sia figlio dei dinosauri della vecchia politica, come spesso viene dichiarato. L’attuale capogruppo di Forza Italia, Umberto Cappelletti, ha detto in consiglio che ci sarà un motivo se da trent’anni vince il centrodestra in città, che evidentemente hanno lavorato bene. Questa mi pare una bella risposta, e la prova che spesso si confida nella perdita di memoria collettiva».

Il “fiore all’occhiello”

Caustico anche Matteo Restelli di Cantù Civica: «Il tanto decantato “fiore all’occhiello” del malgoverno di Lega e compagni che, dopo vent’anni di penosi tentativi d’intervento, alzano bandiera bianca e ricorrono al manto d’asfalto per coprire le tracce delle gravi responsabilità assunte, con un progetto mai realmente accettato dalla cittadinanza e mai condiviso con la cittadinanza».

Un progetto, a suo avviso, «risultato gravemente carente sotto il profilo esecutivo, tanto che le amministrazioni successive hanno dovuto prendere provvedimenti con una serie reiterata di interventi che definivano “risolutori”. È una di quelle vicende per cui i cittadini e le cittadine canturine dovrebbero chiedere il rimborso dei loro soldi, spesi con insipienza, alla Lega e a tutti coloro che hanno avvallato il progetto di questa piazza. Uno scandalo».

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