
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 27 Febbraio 2014
Scuole della provincia a norma
Lavori prima del premier Renzi
Negli ultimi cinque anni la Provincia ha investito 10 milioni di euro in manutenzione straordinaria
Il Comune capoluogo ne ha speso 2 milioni - «Abbiamo sacrificato altre opere per queste priorità»
Sondrio
L’idea piace, il timore è che si trasformi nell’ennesima beffa per chi ha investito prioritariamente sull’edilizia scolastica rinunciando, a causa del patto di stabilità, ad altri interventi.
La decisione del premier Matteo Renzi di prevedere uno stanziamento di due miliardi di euro per “curare” gli edifici fuori norma, pericolosi e senza certificazione anti sismica trova in Valtellina e Valchiavenna una situazione decisamente buona.
Lo dicono gli amministratori che negli ultimi anni hanno investito milioni nell’adattamento alle normative: dieci milioni di euro di manutenzione straordinaria degli edifici provinciali negli ultimi 5 anni; due quelli spesi dal Comune.
Cifre importanti per sbloccare le quali le amministrazioni locali hanno dovuto fermare altre opere pubbliche. «Se il Governo sblocca i fondi sono ben contento - dice il presidente Massimo Sertori -, ma la questione del patto di stabilità va affrontata in maniera radicale perché allo stato attuale i vincoli penalizzano gli enti virtuosi a dispetto di quelli spreconi». E perché, ad esempio, palazzo Muzio ha fermi 40 milioni di euro di opere pubbliche, pur avendo le risorse necessarie per far partire i lavori.
Discorso analogo in Comune a Sondrio dove la giunta ha messo tra le sue priorità d’intervento, compatibilmente con i paletti del vincolo di stabilità, la messa a norma degli istituti scolastici. «Il quadro complessivo è buono - sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici Michele Iannotti -. Certo c’è ancora da fare e quindi se arrivano fondi e la possibilità di “sforare” dal patto siamo contenti anche se, devo dire, che siamo arrivati prima noi di Renzi. Scherzi a parte, ogni intervento sui vincoli del patto è positivo: per investire i soldi sull’edilizia scolastica abbiamo dovuto rinunciare ad altro».
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