
Economia / Lecco città
Mercoledì 30 Luglio 2025
Dazi e crisi industriali, la Cisl Monza Brianza: «Serve un nuovo patto sociale»
Scaccabarozzi: «Le tensioni commerciali, i dazi e il protezionismo statunitense stanno già colpendo duramente realtà locali importanti come STMicroelectronics, Peg Perego e Riello»
In un contesto economico sempre più instabile, con la produzione industriale italiana che stenta a ripartire, la Cisl Monza Brianza Lecco lancia un chiaro segnale alla politica e al mondo delle imprese: è il momento di cambiare marcia, ripensando il modello produttivo del Paese e affrontando alla radice le contraddizioni di un’economia troppo esposta all’estero e troppo debole sul fronte interno.
A preoccupare è soprattutto il ritorno alla contrazione dell’industria, con un calo dello 0,7% a maggio dopo il timido +0,9% di aprile. «Il governo ha parlato troppo presto di ripresa - denuncia il segretario generale Mirco Scaccabarozzi, che non nasconde l’allarme per la tenuta occupazionale nel territorio - I segnali sono chiari. Le tensioni commerciali, i dazi e il protezionismo statunitense stanno già colpendo duramente realtà locali importanti come STMicroelectronics, Peg Perego e Riello».
L’accordo annunciato tra UE e USA sui dazi, per ora solo sulla carta, non basta a rassicurare i sindacati. «I danni potenziali per settori strategici italiani non possono essere ‘compensati’ con logiche contabili – prosegue Scaccabarozzi –. Serve una visione di lungo termine che rilanci davvero l’economia, a partire dalla domanda interna».
Secondo la CISL, è il momento di un nuovo patto sociale, basato su politiche industriali efficaci, capaci di indirizzare investimenti e innovazione; aumenti salariali e crescita della produttività, per sostenere i consumi; lotta all’inflazione sul carrello della spesa, che oggi cresce più del tasso medio; riforme partecipative, per dare più voce e tutela ai lavoratori nei processi aziendali.
«In un sistema economico che sta cambiando radicalmente – conclude il segretario – l’isolazionismo è un’illusione pericolosa. Italia ed Europa devono aprirsi a nuovi mercati e liberarsi da dipendenze strategiche, soprattutto in ambito commerciale ed energetico. Ma per riuscirci servono risorse, coraggio e soprattutto una politica capace di andare oltre la propaganda».
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