La Uil del Lario al governo: «Vogliamo una piena parità di genere»

Appello che si estende alle imprese la cui collaborazione «è fondamentale per creare politiche aziendali che favoriscano l’inclusione»

Arriva dalla Uil del Lario l’appello al Governo per realizzare «una piena ed effettiva parità di genere» investendo sui servizi necessari a non costringere le donne a scegliere fra carriera e cura della famiglia. Un appello che si estende alle imprese la cui collaborazione «è fondamentale per creare politiche aziendali che favoriscano l’inclusione e la parità di opportunità così come il supporto alla conciliazione con politiche che promuovano il telelavoro ed orari flessibili».

A certificare la diseguaglianza sono i numeri dell’Inps aggiornati al 2022 quando nelle aziende private (agricoltura esclusa) i contratti a part time sono stati 3.260 per gli uomini (6,68%) e 15.270 per le donne (41,9%), con relativi effetti sui redditi: 14714 euro per la retribuzione lorda delle operaie, e 22.320 euro quella delle impiegate a fronte di una retribuzione di 25.837 degli operai e circa 40 mila euro per gli impiegati.

«Le pari opportunità iniziano nel dare un presente sicuro ed un futuro dignitoso alle donne», afferma Lucrezia Zingale, responsabile Pari Opportunità della Uil Lario, che sottolinea come il part-time sia «strettamente collegato al problema del lavoro povero, ossia un lavoro a basso reddito che non garantisce un livello adeguato di versamenti contributivi e non riuscirà a garantire un’adeguata pensione».

Per la segretaria generale della Uilm Lario, Gabriella Trogu, «la questione delle pari opportunità nelle aziende metalmeccaniche del territorio rappresenta una sfida da non perdere» e cita tre criticità: l’accesso ai ruoli dirigenziali, dove «le donne sono ancora sotto rappresentate nei ruoli di leadership e nelle posizioni decisionali»; la conciliazione vita-lavoro, visto che «la difficoltà di conciliare vita privata e professionale rappresenta un ostacolo per molte donne, specialmente in un settore come quello metalmeccanico, dove i turni e gli orari possono essere particolarmente impegnativi. Infine il supporto insufficiente per le madri».

La Uil, e in particolare le donne della Uil che sul tema intervengono in una nota diffusa dal sindacato, ricordano dunque quanto sia ancora in salita la strada per una vera parità di genere la cui mancanza rischia di mostrare sempre più i suoi effetti anche negli importi pensionistici. «Le donne hanno il diritto, raggiunta un’età che porta in molti casi dispendi economici considerevoli per esigenze sanitarie, ad avere pensioni che non le isolino dalla società», sottolinea Marilisa Rotasperti (Uil Pensionati Lario). Nella stessa nota della Uil del Lario alla questione sanitaria che riguarda le donne si aggiunge un riflesso sui servizi di consultorio organizzati dalle Regioni, servizi che «possono avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». Il riferimento è al decreto 19/2024 di recente convertito in legge e che apre i consultori alle associazioni Provita.

Secondo la Uil si tratta di «una scelta parlamentare che rischia di minare la libera scelta delle donne nell’interruzione o meno della gravidanza. Un passo a vuoto che cade in un contesto già precario, quello lombardo, dato da un’estrema difficoltà a reperire personale e risorse».

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