
Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 21 Maggio 2025
Melavì, pagati gli stipendi di aprile. Convocato dal Ministero il tavolo per la cassa integrazione
Dopo l’annuncio della cessazione dell’attività da parte della cooperativa ortofrutticola Melavì di Ponte in Valtellina, si intensifica il monitoraggio sulla tutela dei lavoratori. Pagati gli stipendi di aprile, rimangono attivi solo i 18 dipendenti a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine non sono stati rinnovati.
Ponte in Valtellina
C’è attesa per l’evoluzione futura di Melavì, la cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina di cui è stata annunciata la cessazione dell’attività e rivelatori, al riguardo, sono gli esiti dell’assemblea dei soci non conferitori e conferitori svoltasi nella serata di ieri a giornale in stampa.
Quel che è certo, per ora, è che sono stati pagati gli stipendi del mese di aprile ai lavoratori della cooperativa e le parti sindacali hanno avuto immediatamente conferma di questo questa mattina «per cui non ci sono più spettanze arretrate - dicono -. Certo, il nostro lavoro non si arresta, perché saremo vigili anche sulle prossime mensilità e sull’applicazione di tutte le forme di tutela possibili per i lavoratori».
Lunedì i rappresentanti sindacali di Flai Cgil, Valter Rossi, di Fai Cisl, Ilaria Urbani, e di Uila Uil, Donatella Canclini, hanno riunito in assemblea i lavoratori per fare il punto della situazione alla presenza anche della responsabile del Centro per l’impiego di Tirano e di una dirigente della Provincia che hanno spiegato ai lavoratori quelle che sono le strade percorribili in vista di una loro ricollocazione.
«Un passaggio molto importante, anche questo, per il loro futuro, perché sicuramente - dicono i rappresentanti sindacali - verrà avviato a stretto giro di posta un lavoro di profilazione utile al loro reinserimento lavorativo».
Rispetto agli inizi di marzo, quando la crisi è scoppiata, il numero degli addetti in Melavì è anche sceso, con riguardo ai lavoratori a tempo determinato o avventizi. Sono operativi i 18 tempi indeterminati, dai 53 determinati ne sono ancora in attività una trentina al massimo.
«I contratti che scadevano ad marzo e quelli scaduti ad aprile non sono stati più rinnovati - dicono le parti sindacali - proprio perché la cooperativa tende a tenere in servizio solo quegli operatori che sono indispensabili per proseguire con l’attività, facendo a poco a poco a meno degli altri».
L’ulteriore nota positiva è poi rappresentata dal fatto che, lunedì, è arrivata dal ministero del Lavoro la convocazione da remoto di tutte le parti, per lunedì prossimo, 26 maggio, per l’esame congiunto della richiesta di Cassa integrazione straordinaria per i 18 tempi indeterminati. Attorno al tavolo virtuale si siederanno, quindi, i referenti del Ministero, di Regione Lombardia, della cooperativa e dei sindacati.
«Per il resto - dicono questi ultimi - siamo in attesa di capire cosa accadrà, se vi sarà un concordato preventivo, ma fondamentale per noi era tutelare i lavoratori in questa fase così delicata».
Domani è fissata, poi, un’altra udienza in Tribunale a Sondrio durante la quale verrà probabilmente depositato un piano di concordato preventivo semplificato. Passaggi formali dovuti in questa fase di crisi. Sembra proprio che per questa realtà produttiva di eccellenza del nostro territorio sia arrivato il tempo dell’ultimo miglio, ma come verrà gestita questa transizione e cosa accadrà dopo, al comparto, è ancora un capitolo aperto.
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