A 150 km/h sulla Lariana, la denuncia del campione paralimpico: «Motociclisti, non è una pista»

Il video choc del golfista Cristiano Berlanda: «Per passare dalla sella alla sedia a rotelle basta un incidente a 70 all’ora»

Oliveto lario

Moto che sfrecciano a 150 chilometri all’ora lungo la strada Lariana, da Malgrate a Bellagio, con chi spinge sull’acceleratore mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri. Le gallerie da Parè di Valmadrera fino al Nautilus in territorio di Mandello sono ormai diventate una pista, e a niente servono le sanzioni e la presenza delle pattuglie: c’è sempre chi sfida la sorte. Chi pur di provare l’ebrezza del correre non pensa a cosa potrebbe succedere. E sono parecchi pure i ciclisti che non rispettano le regole e girano senza luce e caschetto.

A lanciare un monito è Cristiano Berlanda, atleta paralimpico, con una protesi alla gamba destra. Nato focomelico, è appassionato di sport e non si è mai arreso, tanto che ora è un campione di golf, e ogni giorno percorre la Lariana da Bellagio a Lecco. Domenica ha pubblicato sui social il video di una moto a tutta a velocità nelle gallerie della Lariana, che in breve è diventato virale scatenando un lungo elenco di reazioni. «Quotidianamente porto mio figlio da Bellagio a Lecco all’asilo e percorro la strada Lariana, dove ci sono parecchie curve e punti stretti e dove in molti non rispettano i limiti di velocità - spiega Berlanda -, soprattutto nelle gallerie dove il rettilineo “invoglia” a correre. Moto che vanno a tutta velocità, sorpassano le auto in transito, e oltre a mettere a rischio la loro vita creano pericolo agli altri. Non oso pensare a cosa potrebbe succedere se una moto mi urtasse con mio figlio in auto». La situazione peggiora nei fine settimana con più mezzi, nasce così l’idea di pubblicare il video sui social. «Dalla moto alla sedia a rotelle ci sono 70 chilometri di velocità. Se c’è il limite a 70 chilometri all’ora dobbiamo rispettarlo - prosegue il campione di golf -, l’80% delle protesi agli arti inferiori è a causa di incidenti stradali». Negli scorsi anni è nata la Fondazione Cristiano Berlanda per promuovere lo sport come mezzo per rinascere dopo un trauma una malformazione dalla nascita o un evento traumatico che mette in condizione la nostra vita di guardare il tutto con occhi diversi. Lo sport riveste un ruolo importante nello sviluppo fisico, psichico e sociale della persona con disabilità; consente di approfondire la conoscenza del proprio corpo, delle potenzialità, ma anche dei propri limiti. «La vita è una sola e va protetta, meno velocità e più sicurezza per tutti», conclude Berlanda.

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