Barzago, cambia il regolamento: per giocare sul campetto da calcio a 7 serve la firma di mamma o papà

Lo spazio non è più a libero utilizzo. Per usare il campo occorrerà la prenotazione, da effettuare al bar del centro sportivo, firmata da un maggiorenne. Critiche le minoranze sulla scelta dell’amministrazione

Barzago

Il campetto da calcio a 7 in erba sintetica di via Leopardi a Barzago non è più a libero utilizzo: col nuovo regolamento approvato dall’amministrazione comunale, si chiude un’era. Per giocare, occorrerà la prenotazione, da effettuare al bar del centro sportivo, firmata da un maggiorenne.

I ragazzini, insomma, dovranno chiedere a mamma, papà o eventuali fratelli maggiori di fare loro da garante e presentarsi poi nel giorno e all’ora stabiliti. Il giro di vite è, secondo l’assessore Emanuele Silvio Mauri, «indispensabile dato che il manto è stato rovinato dall’utilizzo improprio avvenuto finora, con un preventivo di 90.000 euro per il rifacimento. Ciò che vogliamo, per il futuro, è salvare capra e cavoli, cioè campetto e giocatori: prenotando, chi ritira le chiavi ne è responsabile, inoltre si razionalizza l’uso».

Rimarca però il consigliere di minoranza Michele Bianco: «È un tradimento del motivo stesso per cui il campo è nato. Lo scopo di questo impianto è di dare ai ragazzi la possibilità di aggregarsi liberamente: anche a quelli che magari stanno ad annoiarsi nel parcheggio del supermercato, con tutte le possibili conseguenze, e invece fino adesso hanno l’alternativa di andare a tirare quattro calci al pallone. Con la chiusura di questo spazio al gioco libero, non ne restano altri a Barzago: non si può accedere al campo dell’oratorio e ora nemmeno a questo di via Leopardi, con la differenza sostanziale che la parrocchia è una realtà comunque privata, mentre il Comune ha il dovere di farsi carico del tema giovanile e sociale a 360 gradi».

Per la consigliera di maggioranza Raffaella Bonfanti «la realtà è che, attualmente, il campetto non sta affatto rispondendo alle necessità sociali di Barzago: anzitutto non è quasi mai utilizzato dai nostri ragazzi, bensì da gruppi che vengono da fuori e non di rado bullizzano (per così dire) i ragazzini che trovano all’interno, scacciandoli e prendendo possesso del campetto dove entrano persino in monopattino, stanno sdraiati ad ascoltare la musica, mangiano: tutte cose che nulla c’entrano e possono fare altrove. Il regolamento - per Bonfanti - consentirà di evitare tutto questo poiché chi ha prenotato gioca e gli altri (appena avremo sistemato i cancelli) non entra».

Per Bianco «non sarà così semplice: il sabato pomeriggio o in orario serale, chi effettuerà i controlli? Se i ragazzini sono sul campo e arrivano i bulli, chi interviene? Chiamiamo i carabinieri per una partitella? Quanto al resto delle violazioni, come i vandalismi, non sarà certo il nuovo regolamento a impedirli, tanto più in un contesto come il centro sportivo di Barzago, che non è efficacemente recintabile». Per Bianco «il gioco libero può essere soppresso solo mettendo a disposizione contemporaneamente un altro spazio, anche meno pregiato: non si può soltanto dire ai ragazzini che, da oggi, non hanno più un luogo per giocare a meno che li accompagni la mamma. Peraltro, il campo è da rifare semplicemente perché ha quasi dieci anni di vita, non per chissà quale altra motivazione».

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