Berbenno: tutti pazzi per la stele dell’età del Rame

Cento persone hanno visitato sabato i tesori archeologici rinvenuti casualmente durante lavori per la nuova palestra

Berbenno

Ha superato quota 100 “La stele di via Roma” a Berbenno. Oltre un centinaio sono stati i visitatori che sabato scorso non hanno perso l’occasione di ammirare i “tesori” dell’età del Rame, incisi all’incirca cinquemila anni fa, rinvenuti casualmente nell’estate 2024 nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione della nuova palestra della scuola primaria del paese, per l’appunto in via Roma.

A condurre la visita guidata l’esperto in materia Stefano Rossi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese. Un evento gratuito e aperto al pubblico, tappa del progetto giunto all’edizione numero cinque “La memoria delle rocce. Percorsi d’arte rupestre”, promosso da una rete di partner, tra cui Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio, Direzione regionale musei Lombardia, Comunità montana di Sondrio, Comune di Sondrio e altri. Una scoperta, quella di Berbenno, di grande valore, per diversi punti di vista, non solo scientifici e storici, come ha detto Rossi.

L’eccezionalità sta nel fatto che «è il ritrovamento più occidentale di stele in Valtellina, nonché il ritrovamento con il maggior numero di stele contemporaneo: ne stiamo contando otto» esposte nel deposito della protezione civile comunale, dove sono state posizionate, dopo essere state pulite e trattate insieme ad altri suppellettili. Deposito in cui le indagini proseguono, in collaborazione con altre realtà del settore al di fuori dei confini provinciali: «Si tratta di un work in progress che si sviluppa in più tappe - ha proseguito Rossi -, di cui, in accordo con il Comune, si continuerà a fornire aggiornamenti», ancora con eventi come questi rivolti al grande pubblico. Ma soprattutto con il diretto coinvolgimento delle scuole e degli alunni del paese, che già nel corso dell’anno scolastico appena concluso si sono dedicati a studi e ricerche, direttamente sul campo. Con l’intenzione e la ferma volontà di arrivare ad una vera e propria mostra dedicata. «Quello di Berbenno è senza dubbio un ritrovamento molto importante, perché testimonia questo impiego di stele in ambito alpino, molto raro, per la prima volta rinvenuto in Valtellina» la sottolineatura di Rossi, che ha mostrato a visitatori di ogni età, le stele esposte, alcune ornate, altri invece no, insieme ad altre suppellettili, tutte indistintamente «preziose perché ci dicono che l’area originaria doveva essere un santuario, molto importante e strutturato. Ribadisco che questo è uno studio ancora in corso, con tante collaborazioni, per l’analisi delle ossa ritrovate, delle incisioni. Una ricerca molto promettente, considerando che il riuso di queste stele dentro questa tomba è davvero cosa rara, lungo l’intero arco alpino». Il prossimo incontro oppure open day presumibilmente sarà in autunno quando a parlare saranno gli studiosi che si sono presi cura, ripulendoli, dei ritrovamenti.

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