Corruzione, rinviato a giudizio imprenditore di Imbersago

L’inchiesta per corruzione su vicende urbanistiche del comune brianzolo di Usmate Velate porta al rinvio a giudizio di Alberto Riva e altri, con una condanna e un’assoluzione.

Imbersago

Rinviato a giudizio a fine gennaio 2026 per il cosiddetto ‘Usmategate’, l’inchiesta per corruzione su vicende urbanistiche del comune di Usmate Velate, in provincia di Monza. La decisione nei confronti di Alberto Riva, imprenditore di primo piano nel mondo delle costruzioni, residente a Imbersago, l’ha presa questa mattina il giudice per l’udienza preliminare del tribunale brianzolo Silvia Pansini, che ha mandato a processo alla stessa data anche Luigi Roncalli, classe 1972, di Robbiate, e altri due imputati. Nella stessa pronuncia ha condannato anche l’altro impresario Galdino Magni, nato a Missaglia, a tre anni di reclusione, e ha assolto invece Donato Magni, originario di Merate: questi ultimi hanno scelto il processo con il rito abbreviato.

Riva è il nome al centro del caso “Verde Manara”, residence di pregio finito sotto sequestro (quando i lavori del cantiere erano in fase avanzata) e ora, alla luce della sentenza di ieri, destinato alla confisca vista la contestazione del reato di lottizzazione abusiva. Quest’ultima vicenda vede coinvolti appunto Riva nel ruolo di costruttore e Antonio Colombo come funzionario pubblico (condannato a sei anni e un mese) ex responsabile dell’ufficio Urbanistica, uomo al centro dell’inchiesta che l’anno scorso aveva portato all’emissione di nove misure cautelari (3 in carcere, sei ai domiciliari). Ma soprattutto vede la sofferenza di almeno una ventina di famiglie che hanno investito soldi, sogni e progetti nella «casa dei sogni» nel residence con piscina e che ora vedono sfumare tutto. Gran parte dei promissari acquirenti si sono costituiti parte civile, e hanno ottenuto delle provvisionali che vanno da un minimo di 43mila a un massimo di 102mila euro. Sembra però improbabile possano vedere soddisfatte le loro pretese risarcitorie nei confronti del singolo Colombo. Peraltro, per ora resta tutto «sulla carta», visto che la sentenza del giudice per l’udienza preliminare non è definitiva (ora ci sono 90 giorni per le motivazioni ed eventuali altri 45 per presentare appello) e resta sempre anche il processo da celebrare a fine gennaio a carico di Riva.

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