Crisi Melavì: pagati gli stipendi di marzo, ora mancano quelli di aprile

I soci conferitori non hanno ancora ricevuto l’ultima rata del dovuto per il 2023 per le mele conferite e neppure quanto dovuto per il raccolto del 2024

Ponte in Valtellina

Come annunciato la scorsa settimana, gli stipendi di marzo sono stati corrisposti a tutti i lavoratori Melavì attualmente in forza alla cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina, sull’orlo della messa in liquidazione. Ora manca all’appello lo stipendio di aprile, il cui termine per il pagamento scade giovedì 15 maggio. Le parti sindacali puntano ad ottenere una data certa di corresponsione e, nel frattempo, stanno ragionando sulle prossime mosse, considerato che avevano annunciato la proclamazione dello sciopero ad oltranza a partire dal 16 maggio nel caso in cui non venisse corrisposto lo stipendio di marzo e non fosse fornita una data certa per quello di aprile.

«Ora, il primo punto dolente è stato sanato, ma dobbiamo avere certezze anche per il mese di aprile - dicono -, per cui rimaniamo del tutto vigili. Siamo anche in attesa dell’esito positivo della richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’attività presentata per i 18 lavoratori a tempo indeterminato che ne hanno diritto, a far data 1° maggio scorso, mentre, purtroppo, le lavoratrici ed i lavoratori con contratto a tempo determinato che scadeva il 30 aprile hanno già interrotto la loro attività».

Una situazione pesante in Melavì, realtà con 71 dipendenti fra tempi indeterminati e determinati che stanno vivendo ore di grande apprensione. Così come sono perennemente sul chi vive i soci conferitori di Melavì, coltivatori dei terreni a mele della media Valtellina che non hanno ancora ricevuto l’ultima rata del dovuto per il 2023 per le mele conferite e neppure quanto dovuto per il raccolto del 2024. E che hanno anche depositato sul conto di Melavì delle somme di denaro al momento ferme. Così come si interrogano sul futuro i proprietari dei terreni coltivati direttamente dalla cooperativa e che non sanno se, dalla fine di questo mese in poi, le colture proseguiranno o meno. Chiarimenti sono attesi, tuttavia, a breve, in seno all’assemblea dei soci fissata per mercoledì prossimo, 21 maggio, nella sede di Villa di Tirano. Il primo momento di confronto sarà alle 17, con i soci non conferenti e il secondo alle 18 con i soci conferenti. In quel contesto sono attese delucidazioni sul futuro della società cooperativa e tutti sperano che quei piccoli spiragli apertisi in questi ultimi giorni possano portare a qualche soluzione per il futuro.

Anche se, al momento, dalla cooperativa è silenzio tombale. «Difficile anche esprimersi in un momento così difficile per Melavì - dice Fernando Baruffi, presidente della Fondazione Fojanini, da noi interpellato - della cui situazione non sono a diretta conoscenza. So, comunque, dei problemi che sta affrontando e mi spiace molto per l’intero settore. Dobbiamo cercare, comunque, di reagire ed unire le forze per far sì che la mela di Valtellina sopravviva. Come Fojanini ci siamo. Stiamo lavorando insieme all’università di Bologna e ad Ersaf alla produzione di una nuova mela di Valtellina, la Bernina, croccante, dolce, resistente a i parassiti. Abbiamo ottenuto un finanziamento di 600mila euro su questo progetto quindi cerchiamo di guardare avanti, nonostante tutto».

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