
Calcio / Oggiono e Brianza
Martedì 27 Maggio 2025
Davide Bartesagni, da Annone al Milan:
«Grande talento anche da giovanissimo»
L’ex allenatore Roberto Bortuzzo: «Io lo allenai per una stagione e mezza, ai tempi dei Giovanissimi Nazionali. Allora, fisicamente, era uno dei più acerbi. Comunque si vedeva che il ragazzino possedeva delle qualità importanti: un buon mancino, una buona corsa»
Annone Brianza
Dopo nove spezzoni collezionati in Serie A con la maglia del Milan, il diciannovenne difensore di Annone Brianza, Davide Bartesaghi, ha finalmente avuto la gioia di esordire da titolare nella massima categoria, nel vittorioso match casalingo contro il Monza. Una prestazione senza infamia e senza lode, come assicura uno dei suoi primi allenatori nelle giovanili del Milan, Roberto Bortuzzo, ora responsabile del settore giovanile dell’Alta Brianza (Eccellenza). «Direi che se l’è cavata abbastanza bene. Sicuramente, aver giocato in un clima così ostile (la contestazione della tifoseria alla dirigenza rossonera, ndr) non lo ha aiutato. Io lo allenai per una stagione e mezza, ai tempi dei Giovanissimi Nazionali. Incredibile pensarlo ora che è un marcantonio (1,93), ma allora, fisicamente, era uno dei più acerbi. Comunque si vedeva che il ragazzino possedeva delle qualità importanti: un buon mancino, una buona corsa».
E per Bortuzzo, in un certo senso, Bartesaghi assomigliava all’interista Bastoni. «Anche lui inizialmente era gracilino e giocava terzino - continua - mentre adesso è uno dei più forti centrali di difesa. Ecco, Davide lo vedo meglio da centrale e non da esterno. Certo, ha ancora molto da imparare, ma le similitudini con Bastoni esistono. Diciamo che è un augurio».
L’ex allenatore ha mantenuto i contatti nel corso degli anni: «Con lui e la sua famiglia ho mantenuto dei buoni rapporti, ci sentiamo regolarmente. Direi che è gente per bene, che lascia libero il figlio di agire come meglio crede. Davide è un ragazzo con la testa sulle spalle. Secondo me ha le carte in regola per ambire ad un’ottima carriera. Attualmente deve acquisire personalità, credere di più in sé stesso. Ripeto: con un pizzico di fortuna, ha le chance per arrivare lontano. Vedremo».
Mario Bartesaghi (che non è parente del calciatore), a suo tempo allenatore delle giovanili del Lecco, racconta un simpatico aneddoto: «Quando frequentava la quinta elementare, io avevo il compito di controllare i ragazzi. Ricordo che le insegnanti non volevano che si giocasse a calcio, così lui e i suoi compagni costruirono con delle pagine di giornale una sorta di palla con la quale si divertivano allestendo delle partitelle. Inutile dire che Davide era tra i più intraprendenti».
In definitiva, Bartesaghi è solo all’inizio della scalata: una scalata ardua, in cui è difficile emergere. L’avventura ripartirà nella prossima stagione al Milan, oppure con la formula del prestito al Verona, una delle squadre più accreditate per il suo ingaggio. Comunque vada, l’importante sarà continuare nel modo migliore questo impegnativo cammino.
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