
Cronaca / Oggiono e Brianza
Sabato 03 Maggio 2025
Ello, il marciapiede non si farà: «La Soprintendenza impone di conservare il vecchio muro»

Ello
Colpo di scena per il marciapiede di via Veneto, che dovrebbe (o, forse meglio, doveva) collegare il centro storico e il cimitero lungo un tratto pericoloso di strada provinciale. «Il progetto ha subìto una variante - ha riferito in consiglio comunale l’altra sera l’assessore ai Lavori pubblici, Danilo Riva - ed è in fase di valutazione da parte della Soprintendenza. Comunque, quest’ultima ha imposto di conservare il vecchio muro: ciò rende pressoché impossibile da realizzare un’opera che, dagli 800.000 euro iniziali, si avvia a costarne 2 milioni».
La comunicazione è avvenuta al culmine di un serrato dibattito sullo stato di realizzazione dei programmi dell’amministrazione, con attacchi veementi portati soprattutto dal capogruppo di minoranza Virginio Colombo, critico su tutta la linea: sia sul metodo della presentazione del bilancio consuntivo 2024 che era all’ordine del giorno (mentre Riva ha anche aggiornato sull’andamento dei cantieri 2025), sia nel merito degli impegni «elettorali» della maggioranza «a tre anni ormai dall’insediamento».
Quanto, appunto, al marciapiede di via Veneto, solo lo scorso autunno, in una precedente seduta consiliare, il quadro era parso ben più roseo: era stato riferito in aula che il progetto esecutivo era pronto per essere ripresentato alla Soprintendenza per l’assenso definitivo e il costo era stato aggiornato a «più di un milione»: i motivi sarebbero stati da ricercare negli «aumenti di manodopera e materiali dovuti al tempo trascorso da quando l’iter è iniziato», e già anche allora nelle «prescrizioni della Soprintendenza stessa». Il marciapiede è stato ideato per rendere sicuro il tratto di viabilità tra il centro storico e il cimitero, lungo quella che è stata soprannominata «via della morte» dagli ellesi, non solo per gli incidenti - appunto, anche mortali - già avvenuti, ma altresì per i pericoli continui ai quali sono esposti i passanti nel tratto, privo da sempre di protezione per chi cammina. Come già ricordato da Riva «si era partiti con l’idea che il muro potesse essere abbattuto e gli elementi storici come i sassi eventualmente riutilizzati dopo la ricostruzione. La Soprintendenza ha invece prescritto che deve restare ed essere, per giunta, restaurato».
Viceversa, prima delle ultime elezioni, che hanno portato alla vittoria l’attuale amministrazione comunale, i predecessori (oggi in minoranza) avevano annunciato che era stata «trovata la soluzione per il primo lotto del marciapiede: in accordo con la Soprintendenza e coi proprietari delle aree, il primo tratto del muro verrà abbattuto lasciando spazio al nuovo camminamento». In verità, la demolizione avrebbe comportato - sull’altro piatto della bilancia - una palificazione per garantire la solidità del fronte di terreno (migliaia di metri cubi, con le soprastanti case) che fiancheggia la pubblica via. A opera finita, il quadro economico avrebbe raggiunto i 700.000 compreso un parapetto. L’altra sera, in aula, sono volati anche su questo gli stracci, con accuse incrociate e, da parte della maggioranza, quelle rivolte a Colombo di «avere promesso agli elettori l’imminente arrivo di ruspe inesistenti».
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